François Boucher (1703 - 1770) La morte di Adone, 1726 circa Olio su tela 64,3 x 81,6 cm Elementi distintivi: al verso, a stampo l'indicazione di inventario "44 G"; una etichetta con riferimento ad un sequestro, una con riferimento ad un numero di inventario ed una terza non leggibile Provenienza: Ange-Laurent de La Live de Jully (1725-1779) (vendita del 5-14 maggio 1770, l. 92) ?; Louis-François Metra (1738-1804) (?); Pieter Locquet (1700-1782) (vendita del 22 settembre 1783, l. 57); Laurente Grimod de la Reynière (1733-1792) (vendita del 3 aprile 1793, l. 24); Le Rouge; Vendita anonima, 15 dicembre 1834, l. 27; Henri Didier (1823-1868) (vendita del 15-17 giugno 1868, l. 40); Pauline-Léontine-Elisabeth-Désirée Mesnage dite Mademoiselle Denain (1823-1892) (vendita del 6-7 aprile 1893, l. 3); Matthieu Goudchaux, Parigi (1810-); Semenzato, Milano (4 maggio 1989, l. 75 a-b); Beni Artistici Italiani Spa (Gruppo Cragnotti), fino al 1995; Veneto Banca SpA in LCA Bibliografia: "Almanach des Beaux-Arts", 1762, pp. 188, 190, n. 20 (?); La Live - Mariette, "Catalogue historique du Cabinet de peinture et sculpture francaise de M. de La Live", 1764 (?); A. de La Fizelière, "Catalogue de Tableaux de l'Ecole francaise, tiré de collections d'amateurs, par Ph. Burty", in Gazette des Beaux-Arts, t. VIII, Parigi, 1860, p. 61; W. Bürger, "Exposition de tableaux de l'Ecole francaise ancienne tirés de collection d'amateurs (suite et fin)", in "Gazette des Beaux-Arts", Parigi, 1860, pp. 255-277 (1 settembre) e pp. 333-358 (15 settembre), 1860, p. 342; L. Duvaux, "Livre-Journal de Lazare Duvaux (1748-1758)", vol. I-II, Parigi, 1873, p. CLXXX; Ed. e J. de Goncourt, "L'Art du XVIIIe siècle", Parigi, 1880, vol. I-II, 3a edizione, pp. 138, 190; P. Mantz, "François Boucher, Lemoyne et Natoire", Parigi, 1880, pp. 67, 117; A. Michel, "François Boucher", in "Les Artistes célèbres", Parigi, 1889, p. 12; G. Kahn, "Boucher. Biographie critique, Parigi, 1904, pp. 19, 27; A. Michel, a cura di, "François Boucher. Catalogue par L. Soullié e Ch. Masson", Parigi, 1906, n. 206; P. de Nolhac, "François Boucher. Catalogue par Georges Pannier", Parigi, 1907, p. 8, cat. p. 109; P. de Nolhac, "Boucher, premier peintre du Roi", Parigi, 1925, pp. 21 e 32; A. Ananoff, con la collaborazione di D. Wildestein, "François Boucher", vol. I-II, Losanna-Parigi, 1976, vol. I, n. 39, pp. 175-176 (con immagine di altra versione); A. Ananoff - D. Wildenstein, "L'opera completa di Boucher", Milano, 1980, p. 88, cat. 39 (con immagine di altra versione); Christie's, "Ven House Sale", Londra, 22 giugno 1999, scheda del lotto 650 (con riferimento ad altre opere); Christie's, "Old Masters", New York, 15 ottobre 2020, scheda del lotto 59 (con riferimento ad altre opere) Esposizioni: Esposizioni: Tableaux et dessins de l'école française principalement du XVIIIe siècle, tirès des collections d'amateurs, Galerie Martinet, Parigi, 1860, 86 quinquies; Parigi 1956, 8 Vincoli: Il lotto è dotato di attestato di libera circolazione rilasciato il 29 luglio 2021. Stato di conservazione. Supporto: 75% (reintelatura e reintelaiatura) Stato di conservazione. Superficie: 85% (cadute di colore e integrazioni) L'opera, in pendant con la precedente, è dedicata alla storia di Adone, narrata da Ovidio nelle "Metamorfosi" (Libro X, versi 532-860). Teia, re della Assiria, vantava la straordinaria bellezza di sua figlia Mirra (o Smirna), celebrandola come superiore ad Afrodite. La dea, per vendetta, portò Mirra a desiderare il proprio padre e a giacere per dodici notti con lui fino a quando Teia scoprì l'inganno e cercò di ucciderla. Afrodite, presa da pietà, ne favorì la fuga, mutandola in un albero: le lacrime di Mirra si trasformarono allora nella profumata resina che porta il suo nome. La prima tela del pendant rappresenta la nascita di Adone, frutto di questa relazione incestuosa. Ma la storia continua. La bellezza di Adone, ormai cresciuto, suscita una disputa tra Afrodite e Persefone, entrambe follemente innamorate, che Zeus compone, stabilendo che il ragazzo trascorra un terzo dell'anno con ognuna delle due dee e il restante terzo dove preferisce, e il giovane sceglie Afrodite. La decisione di Zeus distingue così tre grandi cicli della natura, il tempo del riposo nello scuro inverno e il tempo della luce nella primavera, a cui segue la pienezza della vita e dell'amore nell'estate. In un giorno di caccia - ecco il soggetto della tela in esame - il giovane viene aggredito da un cinghiale e ferito a morte. Afrodite, scesa dal cielo su un carro d'oro trainato da cigni, seduta su una nuvola, avvicina una mano al volto dell'amato, che ormai giace senza forze, tra gli amorini piangenti, i cani e le prede della caccia appena interrotta. Secondo alcune tradizioni, il cinghiale sarebbe stato inviato da Artemisia, dea della caccia, per proteggere la castità dei giovani dall'influenza dell'amore: e difatti uno dei putti spegne la fiaccola a terra. Secondo altre, sarebbe una vendetta di Ares, amante di Afrodite. Bione di Smirne, poeta ellenistico, sviluppa il tema in un "Canto in morte di Adone": racconta, pare per primo, che le lacrime di Afrodite e le gocce di sangue di Adone, divennero fiori, rose e anemoni rossi, questi ultimi dipinti al centro della composizione. Di questa fortunata invenzione Boucher realizzò diverse versioni, che sono state spesso confuse, contribuendo a rendere molto complesso e incerto il tema attributivo. La versione in formato orizzontale più nota è il pendant acquistato da António de Medeiros e Almeida (1895-1986) in un'asta al Palais Galliera, Parigi, il 22 novembre 1972, reso noto agli studi da Hermann Voss nel 1953 ("François Boucher’s Early Development", in "The Burlington Magazine", vol. 95, n. 600, Marzo 1953, pp. 80 – 93, in particolare p. 86 e ill. 47 e 48) ed oggi esposto alla Casa-Museu Medeiros e Almeida a Lisbona, come proveniente dalla collezione La Live de Jully (Samantha Coleman Aller, scheda consultata il 26 gennaio 2022 nel sito del Museo). Una identificazione, tuttavia, non possibile, per ragioni di misure. Infatti, nella documentazione della vendita La Live de Jully, i dipinti risultano avere una dimensione di "H. 2 pieds; L. 2 pieds 6 p.", ossia di 2 piedi di base per 2,5 di altezza, il che, essendo il piede francese pari a 32,5 cm, significa 65x81,25 cm, la dimensione dei dipinti di Veneto Banca. La vicenda è complicata dalla presenza di due incisioni realizzate da Gérard Jean-Baptiste Scotin e Michel Guillaume Aubert a partire dalle opere La Live de Jully, annunciate sul "Mercure de France" nell'Aprile del 1733 (Pierrette Jean-Richard, "L’Oeuvre gravé de François Boucher", 1978, n. 191, 1585 e 1586), che richiamano nei particolari i dipinti portoghesi, segnalando l'esistenza di almeno due prototipi orizzontali leggermente diversi (si veda per esempio, nella "Nascita di Adone" incisa, l'accenno al carro di Afrodite sul margine sinistro). Una ulteriore complicazione bibliografica ricorre per il fatto che il pendant è catalogato da Ananoff e Wildenstein con le misure delle opere di Veneto Banca e con le immagini di un altro pendant (probabilmente Medeiros e Almeida, come suggerisce lo sviluppo verso il centro della composizione del tronco a sinistra nella "Morte di Adone"). Alastair Laing, sulla base di una nota manoscritta nel catalogo della vendita del 1770, già conservata nella biblioteca Doucet, segnala che il pendant La Live de Jully venne comprato dal banchiere e giornalista francese Louis-François Metra (1738-1804) per la Zarina Caterina: disperso senza tracce in Russia, il "pendant" non sembra dunque identificabile né con la versione di Veneto Banca né con la versione Medeiros e Almeida. Secondo lo specialista, la provenienza dei dipinti di Veneto Banca è, invece, tracciabile «dal 1783, quando essi compaiono nella vendita della collezione di Pieter Locquet, ad Amsterdam, il 22 settembre 1783 (lotti 57 e 58), dalla quale ritornarono in Francia, nella collezione del finanziere e patrono dell'architettura Laurent Grimod de la Reynière (1734 – 1793), padre del celebre gastronomo Alexandre Laurent Grimod de la Reynière. Rovinato dalla Rivoluzione, egli li mise in asta il 3 aprile 1793 (l. 24) dove furono acquistati dal mercante Le Rouge». La loro storia successiva è correttamente descritta da Alexandre Ananoff e Daniel Wildenstein nel loro catalogo dell'opera di François Boucher, 1976 (n. 38 e 39, pp. 174-176), fino alla collezione di Matthieu Goudchaux a Parigi. Nel 1985, secondo una lettera inviata dal pittore-restauratore Marco Grassi al Prof. Laing, le opere erano in una collezione privata a Lugano, e sono apparse in asta pochi anni dopo a Milano presso Semenzato (4 maggio 1989, l. 75 a-b), a cui probabilmente appartenevano. Infatti, Veneto Banca è entrata in possesso delle opere in una negoziazione con il Gruppo Cragnotti, divenuto azionista di maggioranza di Semenzato nel 1992. Un altro punto cruciale nella complessa ricostruzione storica consiste nella datazione delle opere. Secondo Alaistair Laing, l'annuncio sul "Mercure de France" delle incisioni del "pendant La Live de Jully" nell'aprile 1733, suggerisce una datazione per queste composizioni a non prima del 1732, benché Ananoff e Wildenstein ne anticipino la datazione al 1730, «apparentemente senza sapere che nella versione della Banca de "La nascita di Adone" la base dell'urna poggiata sul terreno era iscritta "F.B. 1730" quando apparve nell'asta Semenzato nel 1989», «una aggiunta tarda, tesa a supportare l'idea che Boucher abbia dipinto le opere in Italia e che poi è stata rimossa» (comunicazione del 22 maggio 2022). Laing propone, per i dipinti di Veneto Banca, una datazione intorno al 1726, in consonanza con altre due opere di tema ovidiano, una versione - questa volta verticale - de "La morte di Adone" (di cui si conoscono due esemplari: il primo, Ananoff-Wildenstein 1976, n. 87, recentemente battuto da Christie's New York il 15 ottobre 2020, ed il secondo apparso da Collin du Bocage presso l'Hôtel Drouot, il 21 maggio 2021) ed un dipinto con "Selene/Diana che piange Endimione morto", in cui le figure sono assai simili a Venere e Adone nell'analogo dipinto di Veneto Banca. Fondamentale per la datazione è proprio la prima versione della Morte di Adone "verticale", pressoché delle stesse dimensioni (79.3x63,5 cm) dei dipinti di Veneto Banca: essa, infatti, venne dipinta da Boucher come pendant per la tela con "Venere e Marte "di Carle van Loo oggi al Museum of Fine Arts, Houston (inv. BF.1978.24), che sappiamo risalire al 1726 dalla "Vie de Carle van Loo" di Michel François André-Bardon, presentata alla Académie Royale nel 1765. La versione verticale della "Morte di Adone" deve essere stata dipinta nello stesso anno o poco dopo, e così la coppia di dipinti di Veneto Banca. In quella fase della sua carriera, Boucher aveva bisogno di denaro, ed era portato a ripetere i suoi dipinti di successo, ma non era nella posizione di impiegare assistenti di studio che potessero dipingerli per lui. Il Prof. Laing reputa pertanto il pendant di Veneto Banca autografo dell'artista. In una ideale cronologia delle esperienze di Boucher con il mito di Adone, certamente l'invenzione risale alla versione verticale, dove il formato consente di accentuare l'importanza delle figure secondo le regole del "Grand Style", mentre le opere di Veneto Banca, il cui sviluppo orizzonte privilegia l'aspetto scenografico, sembrano occupare una posizione precedente rispetto ai dipinti, di maggiori dimensioni e più rifiniti, della Casa-Museu Medeiros e Almeida. In favore di una datazione precoce del pendant in asta si osservano anche il trattamento pittorico e la cromia molto vicini al capolavoro di analogo soggetto del maestro di Boucher, François Lemoyne (1688-1737), datato "1729" (Nationalmuseum, Stockholm, inv. NM 854). Non a caso, anche con riguardo al pendant in esame, forse a partire dalla esposizione presso Martinet del 1860 (in cui le opere comparivano come Lemoyne), Burger annotava, che «Burty restituait à Boucher quatre prétendues tableaux de F. Lemoyne et celà au grand contentement du propriétaire» (p. 342). E secondo Duvaux, 1873, la restituzione è stata guidata non da un fatto stilistico ma dalla scoperta del monogramma dell'artista sull'urna (p. XLXXX). Per Isnard, nelle due tele di Veneto Banca Boucher intenzionalmente falsifica il suo maestro non avendo ancora sviluppato un proprio stile. Benché il pendant in asta sia definitivamente da datare prima del soggiorno italiano dell'artista (1727-1731), iniziato come libero studente della Academie de France a Roma insieme a Carle van Loo - Boucher era di due anni più giovane di Van Loo, ed i loro primi lavori vennero spesso confusi - si riscontrano in esse, come nei dipinti "verticali", alcuni elementi veneti, forse da ascrivere al documentato passaggio di Sebastiano Ricci a Parigi nel dicembre 1716 (quando il suo ospite, il collezionista Pierre Crozat, lo introdusse a Watteau), in quelli che Pierre Rosenberg ha definito "i misteriosi inizi del giovane Boucher". Sebastiano, nel dicembre 1720, divenne membro della Academie de France e solo nel 1978 è stato restituito a Boucher il "Sacrificio di Gedeone", un dipinto del Louvre, a lungo creduto del maestro bellunese. Questa ricchezza di suggestioni è efficacemente sintetizzata da Mantz: «Questa pittura cristallizzata che ha fatto scambiare alcuni Lemoyne per dei Watteau, queste tinte laccate della Scuola di Venezia, che Boucher non tarda a prendere per sempre ... tutto, in queste due tele, ha il tocco di Lemoyne» (1880, pp. 67, 117). Come si comprende la storia collezionistica e la fortuna bibliografica delle tele rimangono molto complesse e di non univoca interpretazione per la sovrapposizione di fonti ed opere, ma la attribuzione delle opere a Boucher è confermata in punto di ideazione e stile. L'opera, come il pendant, è conservata in una cornice rococò. Siamo grati al Prof. Alaister Laing (+) per aver confermato la attribuzione dell'opera a Francois Boucher su base fotografica e per il prezioso supporto dato nella schedatura.
François Boucher (1703 - 1770) La nascita di Adone, 1726 circa Olio su tela 64,4 x 81,3 cm Firma: iniziali "f.b." sull'urna Elementi distintivi: al verso, a stampo l'indicazione di inventario "45 G"; una etichetta con riferimento inventariale ed alcune indicazioni a gesso relative ad un passaggio d'asta Provenienza: Ange-Laurent de La Live de Jully (1725-1779) (vendita del 5-14 maggio 1770, l. 92) ?; Louis-François Metra (1738-1804) (?); Pieter Locquet (1700-1782) (vendita del 22 settembre 1783, l. 58); Laurente Grimod de la Reynière (1733-1792) (vendita del 3 aprile 1793, l. 24); Le Rouge; Vendita anonima, 15 dicembre 1834, l. 27; Henri Didier (1823-1868) (vendita del 15-17 giugno 1868, l. 39); Pauline-Léontine-Elisabeth-Désirée Mesnage dite Mademoiselle Denain (1823-1892) (vendita del 6-7 aprile 1893, l. 2); Matthieu Goudchaux, Parigi (1810-); Semenzato, Milano (4 maggio 1989, l. 75 a-b); Beni Artistici Italiani Spa (Gruppo Cragnotti), fino al 1995; Veneto Banca SpA in LCA Bibliografia: "Almanach des Beaux-Arts", 1762, pp. 188, 190, n. 20 (?); La Live - Mariette, "Catalogue historique du Cabinet de peinture et sculpture francaise de M. de La Live", 1764 (?); A. de La Fizelière, "Catalogue de Tableaux de l'Ecole francaise, tiré de collections d'amateurs, par Ph. Burty", in "Gazette des Beaux-Art"s, t. VIII, Parigi, 1860, p. 61; W. Bürger, "Exposition de tableaux de l'Ecole francaise ancienne tirés de collection d'amateurs (suite et fin)", in "Gazette des Beaux-Arts", Parigi, 1860, pp. 255-277 (1 settembre) e pp. 333-358 (15 settembre), 1860, p. 342; L. Duvaux, "Livre-Journal de Lazare Duvaux (1748-1758)", vol. I-II, Parigi, 1873, p. CLXXX; Ed. e J. de Goncourt, "L'Art du XVIIIe siècle", Parigi, 1880, vol. I-II, 3a edizione, pp. 138, 190; P. Mantz, "François Boucher, Lemoyne et Natoire", Parigi, 1880, pp. 67, 117; A. Michel, "François Boucher", in "Les Artistes célèbres", Parigi, 1889, p. 12; G. Kahn, "Boucher. Biographie critique", Parigi, 1904, pp. 19, 27; A. Michel, a cura di, "François Boucher. Catalogue par L. Soullié e Ch. Masson", Parigi, 1906, n. 210; P. de Nolhac, "François Boucher. Catalogue par Georges Pannier", Parigi, 1907, pp. 8, 14, cat. p. 109; P. de Nolhac, "Boucher, premier peintre du Roi", Parigi, 1925, pp. 21 e 32; G. Isnard, "Faux et imitations dans l'art", t. II, p. 120; A. Ananoff, con la collaborazione di D. Wildestein, "François Boucher", vol. I-II, Losanna-Parigi, 1976, vol. I, n. 38, pp. 174-176 (con immagini di altra versione); A. Ananoff - D. Wildenstein," L'opera completa di Boucher", Milano, 1980, pp. 87-88, cat. 38 (con immagine di altra versione); Christie's, "Ven House Sale", Londra, 22 giugno 1999, scheda del lotto 650 (con riferimento ad altre opere); Christie's, "Old Masters", New York, 15 ottobre 2020, scheda del lotto 59 (con riferimento ad altre opere) Esposizioni: Tableaux et dessins de l'école française du XVIIIe siècle, tirès de collections d'amateurs, Galerie Martinet, Parigi, 1860, n. 86 quater (prestito di H. Didier, come Lemoyne); De Watteau à Proud'hon, Gazette des Beaux-Arts, Parigi, 1956, n. 7 Stato di conservazione. Supporto: Stato di conservazione. Supporto: 75% (reintelatura e reintelaiatura) Stato di conservazione. Superficie: Stato di conservazione. Superficie: 85% (cadute di colore e integrazioni) L'opera, in pendant con la successiva, è dedicata alla storia di Adone, narrata da Ovidio nelle "Metamorfosi" (Libro X, versi 532-860). Teia, re della Assiria, vantava la straordinaria bellezza di sua figlia Mirra (o Smirna), celebrandola come superiore ad Afrodite. La dea, per vendetta, portò Mirra a desiderare il proprio padre e a giacere per dodici notti con lui fino a quando Teia scoprì l'inganno e cercò di ucciderla. Afrodite, presa da pietà, ne favorì la fuga, mutandola in un albero: le lacrime di Mirra si trasformarono allora nella profumata resina che porta il suo nome. La tela in esame rappresenta la nascita di Adone, frutto di questa relazione incestuosa. Il bambino è appena nato: al dolore della madre - il tronco dell'albero è straziato e nell'alto fusto si riconosce un volto contratto in uno spasmo - si oppone la serenità delle ninfe, le quattro giovani donne a destra della scena. Afrodite, in piedi appoggiata all'albero, già stupita per la bellezza del bambino, lo consegna a Persefone, regina del mondo sotterraneo, che appare qui inginocchiata con il piccolo in braccio, in modo che possa nasconderlo e prendersi cura di lui. La bellezza di Adone, ormai cresciuto, suscita una disputa tra Afrodite e Persefone, entrambe follemente innamorate, che Zeus compone, stabilendo che il ragazzo trascorra un terzo dell'anno con ognuna delle due dee e il restante terzo dove preferisce, e il giovane sceglie Afrodite. La decisione di Zeus distingue così tre grandi cicli della natura, il tempo del riposo nello scuro inverno e il tempo della luce nella primavera, a cui segue la pienezza della vita e dell'amore nell'estate. La storia continua nella seconda tela, che rappresenta la morte di Adone a seguito di una ferita di caccia, nonostante il soccorso di Afrodite, scesa dal cielo su un carro d'oro trainato da cigni. Di questa fortunata invenzione Boucher realizzò diverse versioni, che sono state spesso confuse, contribuendo a rendere molto complesso e incerto il tema attributivo. La versione in formato orizzontale più nota è il pendant acquistato da António de Medeiros e Almeida (1895-1986) in un'asta al Palais Galliera, Parigi, il 22 novembre 1972, reso noto agli studi da Hermann Voss nel 1953 ("François Boucher’s Early Development", in "The Burlington Magazine", vol. 95, n. 600, Marzo 1953, pp. 80 – 93, in particolare p. 86 e ill. 47 e 48) ed oggi esposto alla Casa-Museu Medeiros e Almeida a Lisbona, come proveniente dalla collezione La Live de Jully (Samantha Coleman Aller, scheda consultata il 26 gennaio 2022 nel sito del Museo). Una identificazione, tuttavia, non possibile, per ragioni di misure. Infatti, nella documentazione della vendita La Live de Jully, i dipinti risultano avere una dimensione di "H. 2 pieds; L. 2 pieds 6 p.", ossia di 2 piedi di base per 2,5 di altezza, il che, essendo il piede francese pari a 32,5 cm, significa 65x81,25 cm, la dimensione dei dipinti di Veneto Banca. La vicenda è complicata dalla presenza di due incisioni realizzate da Gérard Jean-Baptiste Scotin e Michel Guillaume Aubert a partire dalle opere La Live de Jully, annunciate sul "Mercure de France" nell'Aprile del 1733 (Pierrette Jean-Richard, "L’Oeuvre gravé de François Boucher", 1978, n. 191, 1585 e 1586), che richiamano nei particolari i dipinti portoghesi, segnalando l'esistenza di almeno due prototipi orizzontali leggermente diversi (si veda per esempio, nella "Nascita" di Adone incisa, l'accenno al carro di Afrodite sul margine sinistro). Una ulteriore complicazione bibliografica ricorre per il fatto che il pendant è catalogato da Ananoff e Wildenstein con le misure delle opere di Veneto Banca e con le immagini di un altro pendant (probabilmente Medeiros e Almeida, come suggerisce lo sviluppo verso il centro della composizione del tronco a sinistra nella "Morte di Adone"). Alastair Laing, sulla base di una nota manoscritta nel catalogo della vendita del 1770, già conservata nella biblioteca Doucet, segnala che il pendant La Live de Jully venne comprato dal banchiere e giornalista francese Louis-François Metra (1738-1804) per la Zarina Caterina: disperso senza tracce in Russia, il pendant non sembra dunque identificabile né con la versione di Veneto Banca né con la versione Medeiros e Almeida. Secondo lo specialista, la provenienza dei dipinti di Veneto Banca è, invece, tracciabile «dal 1783, quando essi compaiono nella vendita della collezione di Pieter Locquet, ad Amsterdam, il 22 settembre 1783 (lotti 57 e 58), dalla quale ritornarono in Francia, nella collezione del finanziere e patrono dell'architettura Laurent Grimod de la Reynière (1734 – 1793), padre del celebre gastronomo Alexandre Laurent Grimod de la Reynière. Rovinato dalla Rivoluzione, egli li mise in asta il 3 aprile 1793 (l. 24) dove furono acquistati dal mercante Le Rouge». La loro storia successiva è correttamente descritta da Alexandre Ananoff e Daniel Wildenstein nel loro catalogo dell'opera di François Boucher, 1976 (n. 38 e 39, pp. 174-176), fino alla collezione di Matthieu Goudchaux a Parigi. Nel 1985, secondo una lettera inviata dal pittore-restauratore Marco Grassi al Prof. Laing, le opere erano in una collezione privata a Lugano, e sono apparse in asta pochi anni dopo a Milano presso Semenzato (4 maggio 1989, l. 75 a-b), a cui probabilmente appartenevano. Infatti, Veneto Banca è entrata in possesso delle opere in una negoziazione con il Gruppo Cragnotti, divenuto azionista di maggioranza di Semenzato nel 1992. Un altro punto cruciale nella complessa ricostruzione storica consiste nella datazione delle opere. Secondo Alaistair Laing, l'annuncio sul "Mercure de France" delle incisioni del 'pendant La Live de Jully' nell'aprile 1733, suggerisce una datazione per queste composizioni a non prima del 1732, benché Ananoff e Wildenstein ne anticipino la datazione al 1730, «apparentemente senza sapere che nella versione della Banca de "La nascita di Adone" la base dell'urna poggiata sul terreno era iscritta "F.B. 1730" quando apparve nell'asta Semenzato nel 1989», «una aggiunta tarda, tesa a supportare l'idea che Boucher abbia dipinto le opere in Italia e che poi è stata rimossa» (comunicazione del 22 maggio 2022). Laing propone, per i dipinti di Veneto Banca, una datazione intorno al 1726, in consonanza con altre due opere di tema ovidiano, una versione - questa volta verticale - de "La morte di Adone" (di cui si conoscono due esemplari: il primo, Ananoff-Wildenstein 1976, n. 87, recentemente battuto da Christie's New York il 15 ottobre 2020, ed il secondo apparso da Collin du Bocage presso l'Hôtel Drouot, il 21 maggio 2021) ed un dipinto con Selene/Diana che piange Endimione morto, in cui le figure sono assai simili a Venere e Adone nell'analogo dipinto di Veneto Banca. Fondamentale per la datazione è proprio la prima versione della "Morte di Adone" "verticale", pressoché delle stesse dimensioni (79.3x63,5 cm) dei dipinti di Veneto Banca: essa, infatti, venne dipinta da Boucher come pendant per la tela con "Venere e Marte" di Carle van Loo oggi al Museum of Fine Arts, Houston (inv. BF.1978.24), che sappiamo risalire al 1726 dalla "Vie de Carle van Loo" di Michel François André-Bardon, presentata alla Académie Royale nel 1765. La versione verticale della "Morte di Adone" deve essere stata dipinta nello stesso anno o poco dopo, e così la coppia di dipinti di Veneto Banca. In quella fase della sua carriera, Boucher aveva bisogno di denaro, ed era portato a ripetere i suoi dipinti di successo, ma non era nella posizione di impiegare assistenti di studio che potessero dipingerli per lui. Il Prof. Laing reputa pertanto il pendant di Veneto Banca autografo dell'artista. In una ideale cronologia delle esperienze di Boucher con il mito di Adone, certamente l'invenzione risale alla versione verticale, dove il formato consente di accentuare l'importanza delle figure secondo le regole del "Grand Style", mentre le opere di Veneto Banca, il cui sviluppo orizzonte privilegia l'aspetto scenografico, sembrano occupare una posizione precedente rispetto ai dipinti, di maggiori dimensioni e più rifiniti, della Casa-Museu Medeiros e Almeida. In favore di una datazione precoce del pendant in asta si osservano anche il trattamento pittorico e la cromia molto vicini al capolavoro di analogo soggetto del maestro di Boucher, François Lemoyne (1688-1737), datato "1729" (Nationalmuseum, Stockholm, inv. NM 854). Non a caso, anche con riguardo al pendant in esame, forse a partire dalla esposizione presso Martinet del 1860 (in cui le opere comparivano come Lemoyne), Burger annotava, che «Burty restituait à Boucher quatre prétendues tableaux de F. Lemoyne et celà au grand contentement du propriétaire» (p. 342). E secondo Duvaux, 1873, la restituzione è stata guidata non da un fatto stilistico ma dalla scoperta del monogramma dell'artista sull'urna (p. XLXXX). Per Isnard, nelle due tele di Veneto Banca Boucher intenzionalmente falsifica il suo maestro non avendo ancora sviluppato un proprio stile. Benché il pendant in asta sia definitivamente da datare prima del soggiorno italiano dell'artista (1727-1731), iniziato come libero studente della Academie de France a Roma insieme a Carle van Loo - Boucher era di due anni più giovane di Van Loo, ed i loro primi lavori vennero spesso confusi - si riscontrano in esse, come nei dipinti "verticali", alcuni elementi veneti, forse da ascrivere al documentato passaggio di Sebastiano Ricci a Parigi nel dicembre 1716 (quando il suo ospite, il collezionista Pierre Crozat, lo introdusse a Watteau), in quelli che Pierre Rosenberg ha definito "i misteriosi inizi del giovane Boucher". Sebastiano, nel dicembre 1720, divenne membro della Academie de France e solo nel 1978 è stato restituito a Boucher il "Sacrificio di Gedeone", un dipinto del Louvre, a lungo creduto del maestro bellunese. Questa ricchezza di suggestioni è efficacemente sintetizzata da Mantz: «Questa pittura cristallizzata che ha fatto scambiare alcuni Lemoyne per dei Watteau, queste tinte laccate della Scuola di Venezia, che Boucher non tarda a prendere per sempre ... tutto, in queste due tele, ha il tocco di Lemoyne» (1880, pp. 67, 117). Come si comprende la storia collezionistica e la fortuna bibliografica delle tele rimangono molto complesse e di non univoca interpretazione per la sovrapposizione di fonti ed opere, ma la attribuzione delle opere a Boucher è confermata in punto di ideazione e stile. L'opera, come il pendant, è conservata in una cornice rococò. Siamo grati al Prof. Alaister Laing (+) per aver confermato la attribuzione dell'opera a Francois Boucher su base fotografica e per il prezioso supporto dato nella schedatura.
ARTIST: - (France, early 20 century) AFTER Francois Boucher (France, Italy, 1703 - 1770) TITLE: Pastoral Scene MEDIUM: oil on canvas CONDITION: Few small paint losses. Some scattered small inpaintings. Some damages to frame. ART SIZE: 26 x 32 inches / 66 x 81 cm FRAME SIZE: 29 x 35 inches / 73 x 88 cm SIGNATURE: unsigned LOCATION: This lot is located at our Dania Beach, FL office. CATEGORY: old antique vintage painting for auction sale online AD: ART CONSIGNMENTS WANTED. CONTACT US SKU#: 126827 US SHIPPING: $139 + insurance.
Charles Paul Landon (1760 - 1826 ) after Francois Boucher (1703 Paris - 1770 ibid.): Historical portrait of Madame de Pompadour from France, 19th century, Copper engraving Technique: Copper engraving on Paper Inscription: At the lower part signed in the printing plate: "Boucher pinx. | Landon direx.". Inscribed in the printing plate: "HIST. DE FRANCE. Mme DE POMPADOUR ". Date: 19th century Description: This remarkable work of art shows a stylised depiction of Madame de Pompadour. Her well-groomed appearance and elegant expression reflect her historical importance as an influential figure in French history. The depiction embodies a subtle grace and timeless elegance. Person: Madame de Pompadour; Margravine Jeanne-Antoinette Poisson, Pompadour (1721 - 1764 ) Keywords: Madame de Pompadour; French history; portrait; elegance; grace; influence; culture; classicism; style; representation; art; history; woman; nobility; personality; portrait; France; refinement; drawing; stylised, 19th century, Rococo, Portraits, France, Size: Paper: 12,9 cm x 8,7 cm (5,1 x 3,4 in), Depiction: 6,9 cm x 5,4 cm (2,7 x 2,1 in)
BOUCHER François (1703 - 1770) Grande boîte ovale en porcelaine polychrome de Paris à décor en grisaille représentant des "Paysages" et "Renaud et Armide" d'après François Boucher sur fond blanc à "Rinceaux végétaux aux oiseaux". Décor signé Armand. Travail français. Epoque: vers 1900. Dim.:+/-37x11x19cm.
(lot of 2) Framed porcelain plaques with transfer prints, including: (1) "Vulcan Presenting Arms to Venus," after Francois Boucher (French, 1703-1770), apparently unsigned, (1) Sevres style plaque, Romeo and Juliet, signed in print lower right E. Rouly, each sight: approx 15.5"h, 15.5"w, overall: approx 18.5"h, 18.5"w, 19lbs total
FRANCOIS BOUCHER (PARIS, 1703-1770) DEUX PUTTI Sanguine, estompe et rehauts de craie blanche Annoté " Boucher " en bas à gauche et " JCR " en bas à droite Sanguine, shading and white chalk highlights, annoted "Boucher" lower left and "JCR" lower right 34,50 x 24,50 CM - 13,6 x 9,6 IN
Technik: Gouache, hinter Glas, im Bronzerahmen, Signatur: re. signiert 'd' Boucher', Darstellung: die junger Madame de Pompadour, nach Francois Boucher (1703-1770), 1759, Rahmen: 10 x 8,2 cm, Zustand: altersbedingt gut, 2-3 kl. Flecken
François BOUCHER (Paris, 1703 – 1770) Deux putti lutinant et Deux putti jouant avec des grappes de raisins Trois crayons sur papier préparé en brun ; trois crayons et rehauts de pastel bleu sur papier beige Doublés sur des montages anciens Cachet de cire au verso de l’encadrement sur l’un d’eux Dimensions : 25,5 x 38,5 et 25,5 x 39,5 cm (Légèrement insolé, petites taches) Putto provoking and Putto playing with bunches of grapes, black, red and white chalk and blue pastel highlights, by F. Boucher 10.03 x 15.15 in. & 10.03 x 15.55 in. Provenance : Collection particulière, Sud-Ouest de la France Nos dessins sont des ricordi par François Boucher, surement réalisés pour un collectionneur. Le premier est dessiné d’après un groupe de putti de l’ Automne, l’autre d’après un groupe de putti du Char d’Apollon 1. Un des dessins est gravé en sens inverse 2. Ils reprennent deux groupes de putti peints en 1753 pour le décor du plafond de la Salle du Conseil du château de Fontainebleau. Nous remercions, le regretté, Monsieur Alastair Laing de nous avoir confirmé l’authenticité de ces dessins d’après des photographies dans un courriel du 27 avril 2024. Nous remercions Madame Françoise Joulie de nous avoir aimablement confirmé l’authenticité de ces dessins après un examen de visu. 1. Voir Alexandre Ananoff, François Boucher, Paris, Bibliothèque des arts, 1979, n° 417-420, repr. 2. Voir Pierrette Jean-Richard, L'Œuvre gravé de François Boucher dans la collection Edmond de Rothschild, Paris, 1978, n° 849, repr. François BOUCHER (Paris, 1703 – 1770) Nos dessins sont des ricordi par François Boucher, surement réalisés pour un collectionneur. Le premier est dessiné d’après un groupe de putti de l’Automne, l’autre d’après un groupe de putti du Char d’Apollon 1. Un des dessins est gravé en sens inverse2. Ils reprennent deux groupes de putti peints en 1753 pour le décor du plafond de la Salle du Conseil du château de Fontainebleau. Nous remercions, le regretté, Monsieur Alastair Laing de nous avoir confirmé l’authenticité de ces dessins d’après des photographies dans un courriel du 27 avril 2024. Nous remercions Madame Françoise Joulie de nous avoir aimablement confirmé l’authenticité de ces dessins après un examen de visu. 1. Voir Alexandre Ananoff, François Boucher, Paris, Bibliothèque des arts, 1979, n° 417-420, repr. 2. Voir Pierrette Jean-Richard, L'Œuvre gravé de François Boucher dans la collection Edmond de Rothschild, Paris, 1978, n° 849, repr.
Venus' rest pastel on paper according to the original "Venus et Putti" (1761) by François Boucher (1703-1770) French school 18th C. small moisture stains. Notes: the painting "Venus et Putti" (1761) by François Boucher (1703-1770) was part of Christie's auction 7888 -Old Master & 19th Century Paintings Drawings & Watercolours- with lot no. 186 held on December 8 2010 - vd. https://www.christies.com/en/lot/lot-5391374 consulted on 2-7-2025 at 15:31. Dim. - 34 x 33 cm
A group of four engravings Two after François Boucher (French 1703-1770), the first René Gaillard (French 1722-1790), 'L'Obéissance récompensée', hand-coloured engraving; the second René Gaillard (French 1722-1790) 'Venus et les amore', engraving; together with Carlo Antonio Porporati (Italian 1714-1816) after Pompeo Batoni (Italian 1708-1787), 'Venus Caressing Cupid', engraving; and Jean Louis Charles Pauquet (French 1759-1822) after Annibale Carracci (Italian 1560-1609), 'Bacchus and the Satyr', engraving. (The largest 54cm x 38cm) Qty: (4) 'L'Obéissance récompensée' with notable foxing across the printed surface, some warping to the paper, and light toning. 'Venus et les amore' in generally good condition, with two creases running across the centre of the paper, and toning and foxing commensurate with age. 'Venus Caressing Cupid' with notable toning, signs of worm damage, and a notable crease across the bottom-third, water staining to the mount, and suggestions of mount burn, some surface dirt and scuffing to the paper, notable in the upper left. 'Bacchus and the Satyr' with light toning and damage to the frame.
François Boucher (1703 - 1770) La morte di Adone, 1726 circa Olio su tela 64,3 x 81,6 cm Elementi distintivi: al verso, a stampo l'indicazione di inventario "44 G"; una etichetta con riferimento ad un sequestro, una con riferimento ad un numero di inventario ed una terza non leggibile Provenienza: Ange-Laurent de La Live de Jully (1725-1779) (vendita del 5-14 maggio 1770, l. 92) ?; Louis-François Metra (1738-1804) (?); Pieter Locquet (1700-1782) (vendita del 22 settembre 1783, l. 57); Laurente Grimod de la Reynière (1733-1792) (vendita del 3 aprile 1793, l. 24); Le Rouge; Vendita anonima, 15 dicembre 1834, l. 27; Henri Didier (1823-1868) (vendita del 15-17 giugno 1868, l. 40); Pauline-Léontine-Elisabeth-Désirée Mesnage dite Mademoiselle Denain (1823-1892) (vendita del 6-7 aprile 1893, l. 3); Matthieu Goudchaux, Parigi (1810-); Semenzato, Milano (4 maggio 1989, l. 75 a-b); Beni Artistici Italiani Spa (Gruppo Cragnotti), fino al 1995; Veneto Banca SpA in LCA Bibliografia: "Almanach des Beaux-Arts", 1762, pp. 188, 190, n. 20 (?); La Live - Mariette, "Catalogue historique du Cabinet de peinture et sculpture francaise de M. de La Live", 1764 (?); A. de La Fizelière, "Catalogue de Tableaux de l'Ecole francaise, tiré de collections d'amateurs, par Ph. Burty", in Gazette des Beaux-Arts, t. VIII, Parigi, 1860, p. 61; W. Bürger, "Exposition de tableaux de l'Ecole francaise ancienne tirés de collection d'amateurs (suite et fin)", in "Gazette des Beaux-Arts", Parigi, 1860, pp. 255-277 (1 settembre) e pp. 333-358 (15 settembre), 1860, p. 342; L. Duvaux, "Livre-Journal de Lazare Duvaux (1748-1758)", vol. I-II, Parigi, 1873, p. CLXXX; Ed. e J. de Goncourt, "L'Art du XVIIIe siècle", Parigi, 1880, vol. I-II, 3a edizione, pp. 138, 190; P. Mantz, "François Boucher, Lemoyne et Natoire", Parigi, 1880, pp. 67, 117; A. Michel, "François Boucher", in "Les Artistes célèbres", Parigi, 1889, p. 12; G. Kahn, "Boucher. Biographie critique, Parigi, 1904, pp. 19, 27; A. Michel, a cura di, "François Boucher. Catalogue par L. Soullié e Ch. Masson", Parigi, 1906, n. 206; P. de Nolhac, "François Boucher. Catalogue par Georges Pannier", Parigi, 1907, p. 8, cat. p. 109; P. de Nolhac, "Boucher, premier peintre du Roi", Parigi, 1925, pp. 21 e 32; A. Ananoff, con la collaborazione di D. Wildestein, "François Boucher", vol. I-II, Losanna-Parigi, 1976, vol. I, n. 39, pp. 175-176 (con immagine di altra versione); A. Ananoff - D. Wildenstein, "L'opera completa di Boucher", Milano, 1980, p. 88, cat. 39 (con immagine di altra versione); Christie's, "Ven House Sale", Londra, 22 giugno 1999, scheda del lotto 650 (con riferimento ad altre opere); Christie's, "Old Masters", New York, 15 ottobre 2020, scheda del lotto 59 (con riferimento ad altre opere) Esposizioni: Esposizioni: Tableaux et dessins de l'école française principalement du XVIIIe siècle, tirès des collections d'amateurs, Galerie Martinet, Parigi, 1860, 86 quinquies; Parigi 1956, 8 Vincoli: Il lotto è dotato di attestato di libera circolazione rilasciato il 29 luglio 2021. Stato di conservazione. Supporto: 75% (reintelatura e reintelaiatura) Stato di conservazione. Superficie: 85% (cadute di colore e integrazioni) L'opera, in pendant con la precedente, è dedicata alla storia di Adone, narrata da Ovidio nelle "Metamorfosi" (Libro X, versi 532-860). Teia, re della Assiria, vantava la straordinaria bellezza di sua figlia Mirra (o Smirna), celebrandola come superiore ad Afrodite. La dea, per vendetta, portò Mirra a desiderare il proprio padre e a giacere per dodici notti con lui fino a quando Teia scoprì l'inganno e cercò di ucciderla. Afrodite, presa da pietà, ne favorì la fuga, mutandola in un albero: le lacrime di Mirra si trasformarono allora nella profumata resina che porta il suo nome. La prima tela del pendant rappresenta la nascita di Adone, frutto di questa relazione incestuosa. Ma la storia continua. La bellezza di Adone, ormai cresciuto, suscita una disputa tra Afrodite e Persefone, entrambe follemente innamorate, che Zeus compone, stabilendo che il ragazzo trascorra un terzo dell'anno con ognuna delle due dee e il restante terzo dove preferisce, e il giovane sceglie Afrodite. La decisione di Zeus distingue così tre grandi cicli della natura, il tempo del riposo nello scuro inverno e il tempo della luce nella primavera, a cui segue la pienezza della vita e dell'amore nell'estate. In un giorno di caccia - ecco il soggetto della tela in esame - il giovane viene aggredito da un cinghiale e ferito a morte. Afrodite, scesa dal cielo su un carro d'oro trainato da cigni, seduta su una nuvola, avvicina una mano al volto dell'amato, che ormai giace senza forze, tra gli amorini piangenti, i cani e le prede della caccia appena interrotta. Secondo alcune tradizioni, il cinghiale sarebbe stato inviato da Artemisia, dea della caccia, per proteggere la castità dei giovani dall'influenza dell'amore: e difatti uno dei putti spegne la fiaccola a terra. Secondo altre, sarebbe una vendetta di Ares, amante di Afrodite. Bione di Smirne, poeta ellenistico, sviluppa il tema in un "Canto in morte di Adone": racconta, pare per primo, che le lacrime di Afrodite e le gocce di sangue di Adone, divennero fiori, rose e anemoni rossi, questi ultimi dipinti al centro della composizione. Di questa fortunata invenzione Boucher realizzò diverse versioni, che sono state spesso confuse, contribuendo a rendere molto complesso e incerto il tema attributivo. La versione in formato orizzontale più nota è il pendant acquistato da António de Medeiros e Almeida (1895-1986) in un'asta al Palais Galliera, Parigi, il 22 novembre 1972, reso noto agli studi da Hermann Voss nel 1953 ("François Boucher’s Early Development", in "The Burlington Magazine", vol. 95, n. 600, Marzo 1953, pp. 80 – 93, in particolare p. 86 e ill. 47 e 48) ed oggi esposto alla Casa-Museu Medeiros e Almeida a Lisbona, come proveniente dalla collezione La Live de Jully (Samantha Coleman Aller, scheda consultata il 26 gennaio 2022 nel sito del Museo). Una identificazione, tuttavia, non possibile, per ragioni di misure. Infatti, nella documentazione della vendita La Live de Jully, i dipinti risultano avere una dimensione di "H. 2 pieds; L. 2 pieds 6 p.", ossia di 2 piedi di base per 2,5 di altezza, il che, essendo il piede francese pari a 32,5 cm, significa 65x81,25 cm, la dimensione dei dipinti di Veneto Banca. La vicenda è complicata dalla presenza di due incisioni realizzate da Gérard Jean-Baptiste Scotin e Michel Guillaume Aubert a partire dalle opere La Live de Jully, annunciate sul "Mercure de France" nell'Aprile del 1733 (Pierrette Jean-Richard, "L’Oeuvre gravé de François Boucher", 1978, n. 191, 1585 e 1586), che richiamano nei particolari i dipinti portoghesi, segnalando l'esistenza di almeno due prototipi orizzontali leggermente diversi (si veda per esempio, nella "Nascita di Adone" incisa, l'accenno al carro di Afrodite sul margine sinistro). Una ulteriore complicazione bibliografica ricorre per il fatto che il pendant è catalogato da Ananoff e Wildenstein con le misure delle opere di Veneto Banca e con le immagini di un altro pendant (probabilmente Medeiros e Almeida, come suggerisce lo sviluppo verso il centro della composizione del tronco a sinistra nella "Morte di Adone"). Alastair Laing, sulla base di una nota manoscritta nel catalogo della vendita del 1770, già conservata nella biblioteca Doucet, segnala che il pendant La Live de Jully venne comprato dal banchiere e giornalista francese Louis-François Metra (1738-1804) per la Zarina Caterina: disperso senza tracce in Russia, il "pendant" non sembra dunque identificabile né con la versione di Veneto Banca né con la versione Medeiros e Almeida. Secondo lo specialista, la provenienza dei dipinti di Veneto Banca è, invece, tracciabile «dal 1783, quando essi compaiono nella vendita della collezione di Pieter Locquet, ad Amsterdam, il 22 settembre 1783 (lotti 57 e 58), dalla quale ritornarono in Francia, nella collezione del finanziere e patrono dell'architettura Laurent Grimod de la Reynière (1734 – 1793), padre del celebre gastronomo Alexandre Laurent Grimod de la Reynière. Rovinato dalla Rivoluzione, egli li mise in asta il 3 aprile 1793 (l. 24) dove furono acquistati dal mercante Le Rouge». La loro storia successiva è correttamente descritta da Alexandre Ananoff e Daniel Wildenstein nel loro catalogo dell'opera di François Boucher, 1976 (n. 38 e 39, pp. 174-176), fino alla collezione di Matthieu Goudchaux a Parigi. Nel 1985, secondo una lettera inviata dal pittore-restauratore Marco Grassi al Prof. Laing, le opere erano in una collezione privata a Lugano, e sono apparse in asta pochi anni dopo a Milano presso Semenzato (4 maggio 1989, l. 75 a-b), a cui probabilmente appartenevano. Infatti, Veneto Banca è entrata in possesso delle opere in una negoziazione con il Gruppo Cragnotti, divenuto azionista di maggioranza di Semenzato nel 1992. Un altro punto cruciale nella complessa ricostruzione storica consiste nella datazione delle opere. Secondo Alaistair Laing, l'annuncio sul "Mercure de France" delle incisioni del "pendant La Live de Jully" nell'aprile 1733, suggerisce una datazione per queste composizioni a non prima del 1732, benché Ananoff e Wildenstein ne anticipino la datazione al 1730, «apparentemente senza sapere che nella versione della Banca de "La nascita di Adone" la base dell'urna poggiata sul terreno era iscritta "F.B. 1730" quando apparve nell'asta Semenzato nel 1989», «una aggiunta tarda, tesa a supportare l'idea che Boucher abbia dipinto le opere in Italia e che poi è stata rimossa» (comunicazione del 22 maggio 2022). Laing propone, per i dipinti di Veneto Banca, una datazione intorno al 1726, in consonanza con altre due opere di tema ovidiano, una versione - questa volta verticale - de "La morte di Adone" (di cui si conoscono due esemplari: il primo, Ananoff-Wildenstein 1976, n. 87, recentemente battuto da Christie's New York il 15 ottobre 2020, ed il secondo apparso da Collin du Bocage presso l'Hôtel Drouot, il 21 maggio 2021) ed un dipinto con "Selene/Diana che piange Endimione morto", in cui le figure sono assai simili a Venere e Adone nell'analogo dipinto di Veneto Banca. Fondamentale per la datazione è proprio la prima versione della Morte di Adone "verticale", pressoché delle stesse dimensioni (79.3x63,5 cm) dei dipinti di Veneto Banca: essa, infatti, venne dipinta da Boucher come pendant per la tela con "Venere e Marte "di Carle van Loo oggi al Museum of Fine Arts, Houston (inv. BF.1978.24), che sappiamo risalire al 1726 dalla "Vie de Carle van Loo" di Michel François André-Bardon, presentata alla Académie Royale nel 1765. La versione verticale della "Morte di Adone" deve essere stata dipinta nello stesso anno o poco dopo, e così la coppia di dipinti di Veneto Banca. In quella fase della sua carriera, Boucher aveva bisogno di denaro, ed era portato a ripetere i suoi dipinti di successo, ma non era nella posizione di impiegare assistenti di studio che potessero dipingerli per lui. Il Prof. Laing reputa pertanto il pendant di Veneto Banca autografo dell'artista. In una ideale cronologia delle esperienze di Boucher con il mito di Adone, certamente l'invenzione risale alla versione verticale, dove il formato consente di accentuare l'importanza delle figure secondo le regole del "Grand Style", mentre le opere di Veneto Banca, il cui sviluppo orizzonte privilegia l'aspetto scenografico, sembrano occupare una posizione precedente rispetto ai dipinti, di maggiori dimensioni e più rifiniti, della Casa-Museu Medeiros e Almeida. In favore di una datazione precoce del pendant in asta si osservano anche il trattamento pittorico e la cromia molto vicini al capolavoro di analogo soggetto del maestro di Boucher, François Lemoyne (1688-1737), datato "1729" (Nationalmuseum, Stockholm, inv. NM 854). Non a caso, anche con riguardo al pendant in esame, forse a partire dalla esposizione presso Martinet del 1860 (in cui le opere comparivano come Lemoyne), Burger annotava, che «Burty restituait à Boucher quatre prétendues tableaux de F. Lemoyne et celà au grand contentement du propriétaire» (p. 342). E secondo Duvaux, 1873, la restituzione è stata guidata non da un fatto stilistico ma dalla scoperta del monogramma dell'artista sull'urna (p. XLXXX). Per Isnard, nelle due tele di Veneto Banca Boucher intenzionalmente falsifica il suo maestro non avendo ancora sviluppato un proprio stile. Benché il pendant in asta sia definitivamente da datare prima del soggiorno italiano dell'artista (1727-1731), iniziato come libero studente della Academie de France a Roma insieme a Carle van Loo - Boucher era di due anni più giovane di Van Loo, ed i loro primi lavori vennero spesso confusi - si riscontrano in esse, come nei dipinti "verticali", alcuni elementi veneti, forse da ascrivere al documentato passaggio di Sebastiano Ricci a Parigi nel dicembre 1716 (quando il suo ospite, il collezionista Pierre Crozat, lo introdusse a Watteau), in quelli che Pierre Rosenberg ha definito "i misteriosi inizi del giovane Boucher". Sebastiano, nel dicembre 1720, divenne membro della Academie de France e solo nel 1978 è stato restituito a Boucher il "Sacrificio di Gedeone", un dipinto del Louvre, a lungo creduto del maestro bellunese. Questa ricchezza di suggestioni è efficacemente sintetizzata da Mantz: «Questa pittura cristallizzata che ha fatto scambiare alcuni Lemoyne per dei Watteau, queste tinte laccate della Scuola di Venezia, che Boucher non tarda a prendere per sempre ... tutto, in queste due tele, ha il tocco di Lemoyne» (1880, pp. 67, 117). Come si comprende la storia collezionistica e la fortuna bibliografica delle tele rimangono molto complesse e di non univoca interpretazione per la sovrapposizione di fonti ed opere, ma la attribuzione delle opere a Boucher è confermata in punto di ideazione e stile. L'opera, come il pendant, è conservata in una cornice rococò. Siamo grati al Prof. Alaister Laing (+) per aver confermato la attribuzione dell'opera a Francois Boucher su base fotografica e per il prezioso supporto dato nella schedatura.
François Boucher (1703 - 1770) La nascita di Adone, 1726 circa Olio su tela 64,4 x 81,3 cm Firma: iniziali "f.b." sull'urna Elementi distintivi: al verso, a stampo l'indicazione di inventario "45 G"; una etichetta con riferimento inventariale ed alcune indicazioni a gesso relative ad un passaggio d'asta Provenienza: Ange-Laurent de La Live de Jully (1725-1779) (vendita del 5-14 maggio 1770, l. 92) ?; Louis-François Metra (1738-1804) (?); Pieter Locquet (1700-1782) (vendita del 22 settembre 1783, l. 58); Laurente Grimod de la Reynière (1733-1792) (vendita del 3 aprile 1793, l. 24); Le Rouge; Vendita anonima, 15 dicembre 1834, l. 27; Henri Didier (1823-1868) (vendita del 15-17 giugno 1868, l. 39); Pauline-Léontine-Elisabeth-Désirée Mesnage dite Mademoiselle Denain (1823-1892) (vendita del 6-7 aprile 1893, l. 2); Matthieu Goudchaux, Parigi (1810-); Semenzato, Milano (4 maggio 1989, l. 75 a-b); Beni Artistici Italiani Spa (Gruppo Cragnotti), fino al 1995; Veneto Banca SpA in LCA Bibliografia: "Almanach des Beaux-Arts", 1762, pp. 188, 190, n. 20 (?); La Live - Mariette, "Catalogue historique du Cabinet de peinture et sculpture francaise de M. de La Live", 1764 (?); A. de La Fizelière, "Catalogue de Tableaux de l'Ecole francaise, tiré de collections d'amateurs, par Ph. Burty", in "Gazette des Beaux-Art"s, t. VIII, Parigi, 1860, p. 61; W. Bürger, "Exposition de tableaux de l'Ecole francaise ancienne tirés de collection d'amateurs (suite et fin)", in "Gazette des Beaux-Arts", Parigi, 1860, pp. 255-277 (1 settembre) e pp. 333-358 (15 settembre), 1860, p. 342; L. Duvaux, "Livre-Journal de Lazare Duvaux (1748-1758)", vol. I-II, Parigi, 1873, p. CLXXX; Ed. e J. de Goncourt, "L'Art du XVIIIe siècle", Parigi, 1880, vol. I-II, 3a edizione, pp. 138, 190; P. Mantz, "François Boucher, Lemoyne et Natoire", Parigi, 1880, pp. 67, 117; A. Michel, "François Boucher", in "Les Artistes célèbres", Parigi, 1889, p. 12; G. Kahn, "Boucher. Biographie critique", Parigi, 1904, pp. 19, 27; A. Michel, a cura di, "François Boucher. Catalogue par L. Soullié e Ch. Masson", Parigi, 1906, n. 210; P. de Nolhac, "François Boucher. Catalogue par Georges Pannier", Parigi, 1907, pp. 8, 14, cat. p. 109; P. de Nolhac, "Boucher, premier peintre du Roi", Parigi, 1925, pp. 21 e 32; G. Isnard, "Faux et imitations dans l'art", t. II, p. 120; A. Ananoff, con la collaborazione di D. Wildestein, "François Boucher", vol. I-II, Losanna-Parigi, 1976, vol. I, n. 38, pp. 174-176 (con immagini di altra versione); A. Ananoff - D. Wildenstein," L'opera completa di Boucher", Milano, 1980, pp. 87-88, cat. 38 (con immagine di altra versione); Christie's, "Ven House Sale", Londra, 22 giugno 1999, scheda del lotto 650 (con riferimento ad altre opere); Christie's, "Old Masters", New York, 15 ottobre 2020, scheda del lotto 59 (con riferimento ad altre opere) Esposizioni: Tableaux et dessins de l'école française du XVIIIe siècle, tirès de collections d'amateurs, Galerie Martinet, Parigi, 1860, n. 86 quater (prestito di H. Didier, come Lemoyne); De Watteau à Proud'hon, Gazette des Beaux-Arts, Parigi, 1956, n. 7 Stato di conservazione. Supporto: Stato di conservazione. Supporto: 75% (reintelatura e reintelaiatura) Stato di conservazione. Superficie: Stato di conservazione. Superficie: 85% (cadute di colore e integrazioni) L'opera, in pendant con la successiva, è dedicata alla storia di Adone, narrata da Ovidio nelle "Metamorfosi" (Libro X, versi 532-860). Teia, re della Assiria, vantava la straordinaria bellezza di sua figlia Mirra (o Smirna), celebrandola come superiore ad Afrodite. La dea, per vendetta, portò Mirra a desiderare il proprio padre e a giacere per dodici notti con lui fino a quando Teia scoprì l'inganno e cercò di ucciderla. Afrodite, presa da pietà, ne favorì la fuga, mutandola in un albero: le lacrime di Mirra si trasformarono allora nella profumata resina che porta il suo nome. La tela in esame rappresenta la nascita di Adone, frutto di questa relazione incestuosa. Il bambino è appena nato: al dolore della madre - il tronco dell'albero è straziato e nell'alto fusto si riconosce un volto contratto in uno spasmo - si oppone la serenità delle ninfe, le quattro giovani donne a destra della scena. Afrodite, in piedi appoggiata all'albero, già stupita per la bellezza del bambino, lo consegna a Persefone, regina del mondo sotterraneo, che appare qui inginocchiata con il piccolo in braccio, in modo che possa nasconderlo e prendersi cura di lui. La bellezza di Adone, ormai cresciuto, suscita una disputa tra Afrodite e Persefone, entrambe follemente innamorate, che Zeus compone, stabilendo che il ragazzo trascorra un terzo dell'anno con ognuna delle due dee e il restante terzo dove preferisce, e il giovane sceglie Afrodite. La decisione di Zeus distingue così tre grandi cicli della natura, il tempo del riposo nello scuro inverno e il tempo della luce nella primavera, a cui segue la pienezza della vita e dell'amore nell'estate. La storia continua nella seconda tela, che rappresenta la morte di Adone a seguito di una ferita di caccia, nonostante il soccorso di Afrodite, scesa dal cielo su un carro d'oro trainato da cigni. Di questa fortunata invenzione Boucher realizzò diverse versioni, che sono state spesso confuse, contribuendo a rendere molto complesso e incerto il tema attributivo. La versione in formato orizzontale più nota è il pendant acquistato da António de Medeiros e Almeida (1895-1986) in un'asta al Palais Galliera, Parigi, il 22 novembre 1972, reso noto agli studi da Hermann Voss nel 1953 ("François Boucher’s Early Development", in "The Burlington Magazine", vol. 95, n. 600, Marzo 1953, pp. 80 – 93, in particolare p. 86 e ill. 47 e 48) ed oggi esposto alla Casa-Museu Medeiros e Almeida a Lisbona, come proveniente dalla collezione La Live de Jully (Samantha Coleman Aller, scheda consultata il 26 gennaio 2022 nel sito del Museo). Una identificazione, tuttavia, non possibile, per ragioni di misure. Infatti, nella documentazione della vendita La Live de Jully, i dipinti risultano avere una dimensione di "H. 2 pieds; L. 2 pieds 6 p.", ossia di 2 piedi di base per 2,5 di altezza, il che, essendo il piede francese pari a 32,5 cm, significa 65x81,25 cm, la dimensione dei dipinti di Veneto Banca. La vicenda è complicata dalla presenza di due incisioni realizzate da Gérard Jean-Baptiste Scotin e Michel Guillaume Aubert a partire dalle opere La Live de Jully, annunciate sul "Mercure de France" nell'Aprile del 1733 (Pierrette Jean-Richard, "L’Oeuvre gravé de François Boucher", 1978, n. 191, 1585 e 1586), che richiamano nei particolari i dipinti portoghesi, segnalando l'esistenza di almeno due prototipi orizzontali leggermente diversi (si veda per esempio, nella "Nascita" di Adone incisa, l'accenno al carro di Afrodite sul margine sinistro). Una ulteriore complicazione bibliografica ricorre per il fatto che il pendant è catalogato da Ananoff e Wildenstein con le misure delle opere di Veneto Banca e con le immagini di un altro pendant (probabilmente Medeiros e Almeida, come suggerisce lo sviluppo verso il centro della composizione del tronco a sinistra nella "Morte di Adone"). Alastair Laing, sulla base di una nota manoscritta nel catalogo della vendita del 1770, già conservata nella biblioteca Doucet, segnala che il pendant La Live de Jully venne comprato dal banchiere e giornalista francese Louis-François Metra (1738-1804) per la Zarina Caterina: disperso senza tracce in Russia, il pendant non sembra dunque identificabile né con la versione di Veneto Banca né con la versione Medeiros e Almeida. Secondo lo specialista, la provenienza dei dipinti di Veneto Banca è, invece, tracciabile «dal 1783, quando essi compaiono nella vendita della collezione di Pieter Locquet, ad Amsterdam, il 22 settembre 1783 (lotti 57 e 58), dalla quale ritornarono in Francia, nella collezione del finanziere e patrono dell'architettura Laurent Grimod de la Reynière (1734 – 1793), padre del celebre gastronomo Alexandre Laurent Grimod de la Reynière. Rovinato dalla Rivoluzione, egli li mise in asta il 3 aprile 1793 (l. 24) dove furono acquistati dal mercante Le Rouge». La loro storia successiva è correttamente descritta da Alexandre Ananoff e Daniel Wildenstein nel loro catalogo dell'opera di François Boucher, 1976 (n. 38 e 39, pp. 174-176), fino alla collezione di Matthieu Goudchaux a Parigi. Nel 1985, secondo una lettera inviata dal pittore-restauratore Marco Grassi al Prof. Laing, le opere erano in una collezione privata a Lugano, e sono apparse in asta pochi anni dopo a Milano presso Semenzato (4 maggio 1989, l. 75 a-b), a cui probabilmente appartenevano. Infatti, Veneto Banca è entrata in possesso delle opere in una negoziazione con il Gruppo Cragnotti, divenuto azionista di maggioranza di Semenzato nel 1992. Un altro punto cruciale nella complessa ricostruzione storica consiste nella datazione delle opere. Secondo Alaistair Laing, l'annuncio sul "Mercure de France" delle incisioni del 'pendant La Live de Jully' nell'aprile 1733, suggerisce una datazione per queste composizioni a non prima del 1732, benché Ananoff e Wildenstein ne anticipino la datazione al 1730, «apparentemente senza sapere che nella versione della Banca de "La nascita di Adone" la base dell'urna poggiata sul terreno era iscritta "F.B. 1730" quando apparve nell'asta Semenzato nel 1989», «una aggiunta tarda, tesa a supportare l'idea che Boucher abbia dipinto le opere in Italia e che poi è stata rimossa» (comunicazione del 22 maggio 2022). Laing propone, per i dipinti di Veneto Banca, una datazione intorno al 1726, in consonanza con altre due opere di tema ovidiano, una versione - questa volta verticale - de "La morte di Adone" (di cui si conoscono due esemplari: il primo, Ananoff-Wildenstein 1976, n. 87, recentemente battuto da Christie's New York il 15 ottobre 2020, ed il secondo apparso da Collin du Bocage presso l'Hôtel Drouot, il 21 maggio 2021) ed un dipinto con Selene/Diana che piange Endimione morto, in cui le figure sono assai simili a Venere e Adone nell'analogo dipinto di Veneto Banca. Fondamentale per la datazione è proprio la prima versione della "Morte di Adone" "verticale", pressoché delle stesse dimensioni (79.3x63,5 cm) dei dipinti di Veneto Banca: essa, infatti, venne dipinta da Boucher come pendant per la tela con "Venere e Marte" di Carle van Loo oggi al Museum of Fine Arts, Houston (inv. BF.1978.24), che sappiamo risalire al 1726 dalla "Vie de Carle van Loo" di Michel François André-Bardon, presentata alla Académie Royale nel 1765. La versione verticale della "Morte di Adone" deve essere stata dipinta nello stesso anno o poco dopo, e così la coppia di dipinti di Veneto Banca. In quella fase della sua carriera, Boucher aveva bisogno di denaro, ed era portato a ripetere i suoi dipinti di successo, ma non era nella posizione di impiegare assistenti di studio che potessero dipingerli per lui. Il Prof. Laing reputa pertanto il pendant di Veneto Banca autografo dell'artista. In una ideale cronologia delle esperienze di Boucher con il mito di Adone, certamente l'invenzione risale alla versione verticale, dove il formato consente di accentuare l'importanza delle figure secondo le regole del "Grand Style", mentre le opere di Veneto Banca, il cui sviluppo orizzonte privilegia l'aspetto scenografico, sembrano occupare una posizione precedente rispetto ai dipinti, di maggiori dimensioni e più rifiniti, della Casa-Museu Medeiros e Almeida. In favore di una datazione precoce del pendant in asta si osservano anche il trattamento pittorico e la cromia molto vicini al capolavoro di analogo soggetto del maestro di Boucher, François Lemoyne (1688-1737), datato "1729" (Nationalmuseum, Stockholm, inv. NM 854). Non a caso, anche con riguardo al pendant in esame, forse a partire dalla esposizione presso Martinet del 1860 (in cui le opere comparivano come Lemoyne), Burger annotava, che «Burty restituait à Boucher quatre prétendues tableaux de F. Lemoyne et celà au grand contentement du propriétaire» (p. 342). E secondo Duvaux, 1873, la restituzione è stata guidata non da un fatto stilistico ma dalla scoperta del monogramma dell'artista sull'urna (p. XLXXX). Per Isnard, nelle due tele di Veneto Banca Boucher intenzionalmente falsifica il suo maestro non avendo ancora sviluppato un proprio stile. Benché il pendant in asta sia definitivamente da datare prima del soggiorno italiano dell'artista (1727-1731), iniziato come libero studente della Academie de France a Roma insieme a Carle van Loo - Boucher era di due anni più giovane di Van Loo, ed i loro primi lavori vennero spesso confusi - si riscontrano in esse, come nei dipinti "verticali", alcuni elementi veneti, forse da ascrivere al documentato passaggio di Sebastiano Ricci a Parigi nel dicembre 1716 (quando il suo ospite, il collezionista Pierre Crozat, lo introdusse a Watteau), in quelli che Pierre Rosenberg ha definito "i misteriosi inizi del giovane Boucher". Sebastiano, nel dicembre 1720, divenne membro della Academie de France e solo nel 1978 è stato restituito a Boucher il "Sacrificio di Gedeone", un dipinto del Louvre, a lungo creduto del maestro bellunese. Questa ricchezza di suggestioni è efficacemente sintetizzata da Mantz: «Questa pittura cristallizzata che ha fatto scambiare alcuni Lemoyne per dei Watteau, queste tinte laccate della Scuola di Venezia, che Boucher non tarda a prendere per sempre ... tutto, in queste due tele, ha il tocco di Lemoyne» (1880, pp. 67, 117). Come si comprende la storia collezionistica e la fortuna bibliografica delle tele rimangono molto complesse e di non univoca interpretazione per la sovrapposizione di fonti ed opere, ma la attribuzione delle opere a Boucher è confermata in punto di ideazione e stile. L'opera, come il pendant, è conservata in una cornice rococò. Siamo grati al Prof. Alaister Laing (+) per aver confermato la attribuzione dell'opera a Francois Boucher su base fotografica e per il prezioso supporto dato nella schedatura.
LATE SCHOOL OF FRANCOIS BOUCHER 1703 Paris - 1770 ibid. THE BIRTH OF VENUS Oil on canvas on panel. 29 x 39 cm (F. 40.5 x 50.5 cm). Part. old rest., old retouching, with vertical traces of folding in the centre. Framed in a passe-partout. Provenance: Westphalian private collection. FRANCOIS BOUCHER (SPÄTE SCHULE) 1703 Paris - 1770 ebenda GEBURT DER VENUS Öl auf Leinwand auf Platte. 29 x 39 cm (R. 40,5 x 50,5 cm). Part. altrest., Altretuschen, mittig mit vertikalen Faltspuren. Im Passepartout gerahmt. Provenienz: Westfälische Privatsammlung.
Follower of François Boucher, French 1703-1770- Putti surrounded by garlands, with an obelisk behind; black chalk heightened with white and sanguine chalk on blue paper, bears faint signature 'F. Boucher' (to the scroll, lower left), bears initials 'F.B' (lower right), bears collector's stamp (lower left), 29 x 24.6 cm. Note: The present work, featuring plump putti in an imagined classical setting, is very much inspired by Boucher's compositions, recalling, for example, his 'La Cible d'Amour' of 1758, in the collection of the Louvre [INV 2715]. In particular, the central putto's position, with his face downturned and his arms outstretched, holding aloft a garland of flowers, is strikingly similar to that in the present drawing.
French master (18th century) in the manner of Boucher, François (1703 Paris - 1770 ibid.), "Bacchus and Erigone", oil on canvas, 72 x 87 cm, minor flaking of paint, canvas backed with adhesive Französischer Meister (18. Jahrhundert) in der Art Boucher, François (1703 Paris - 1770 ebenda), "Bacchus und Erigone", Öl auf Leinwand, 72 x 87 cm, kleinere Farbabplatzungen, Leinwand rückseitig hinterklebt
Maler Francois Boucher (1703-1770) / Stecher Lanteur (19. Jahrhundert) Zwei kolorierte Holzstiche. Einmal eine malerische Darstellung einer französischen alten Stadt am Fluss mit Wäscherinnen, Kuhhirte mit Kühen, Druckplatte 50 x 39 cm. Das andere zeigt eine Wassermühle. Romantische Stimmung mit Anglerin, schöne junge Frau am Fenster der Mühle, Druckplatte 50 x 39 cm. Painter Francois Boucher (1703-1770) / engraver Lanteur (19th century) Two coloured wood engravings. One is a picturesque depiction of a French old town by a river with washerwomen, cowherd with cows, printing plate 50 x 39 cm. The other shows a watermill. Romantic atmosphere with an angler, beautiful young woman at the window of the mill, printing plate 50 x 39 cm.
François BOUCHER (1703-1770), potloodtekening Départ dans les champs, monogram François BOUCHER (1703-1770), potloodtekening Départ dans les champs, monogram
(1703-1770) nach. "Vertumne et Pomone" mit Früchten u. Weintrauben unter einem Baum, li. ein Putto, re. ein Delphinbrunnen. Kolor. u. tls. weiß gehöhte Radierung und Kupferstich von Augustin de Saint-Aubin (1736-1807) bei L.Cars, Paris. 31,5 x 45, Blgr. ca. 35,5 x 46 cm. Mit den Namensz. u. Titel i.d. Platte. Aufgezogen. - Le Blanc (Saint-Aubin) 152. - Spät. Abdruck.
Artist: Francois Boucher, French (1703 - 1770) Title: Five Classic Works including Le Moulin Year: circa 1960 | Original Works: circa 1750 Medium: Print on Metal Size: 9 x 31.5 in. (22.86 x 80.01 cm) Frame Size: 16 x 38 inches
Property from a Private Collection François Boucher (Paris 1703 - 1770) Figures on the March Black and white chalk on light brown paper; signed or inscribed in pen and brown ink lower right: f. Boucher 306 by 413 mm; 12 by 16 ¼ in.
FRANÇOIS BOUCHER (PARIS 1703-1770). Moses surrounded by angels, putti and prophets, after Baciccio: a.... red chalk, pen and brown ink, brown wash, on pink prepared paper, ink framing lines13 x 8 ½ in. (32.8 x 21.5 cm).
FRANÇOIS BOUCHER (PARIS 1703-1770). A man, leaning on his arms, looking up to the right. black and white chalk, on light brown paper, corners cut7 5/8 x 9 ¼ in. (19.4 x 23.5 cm).
FRANÇOIS BOUCHER (PARIS 1703-1770). Grieving women with children, study for a Massacre of the Innocents. black chalk and brown wash, ink framing lines5 ¾ x 8 ½ in. (14.8 x 21.5 cm).
Charles-Nicolas Cochin jun. (1715 Paris - 1790 ibid.) after Francois Boucher (1703 Paris - 1770 ibid.): Country people celebrating in front of ruins Historical festival scene with ruined architecture and lively arrangement of figures, c. 1740, Etching Technique: Hand colored Etching on Paper Inscription: At the lower part signed in the printing plate: "Boucher Inv. / Cochin Filius Sculp.". At the lower part inscribed in the printing plate: "FOIRE DE CAMPAGNE [...]". Date: c. 1740 Description: The artwork shows a lively rural market in front of a picturesque backdrop of ruins. A large number of people in lively interaction enliven the scene. Children play while adults interact with each other and with vendors. The arrangement of the figures and architectural ruins suggest a narrative liveliness and nostalgic recollection. Keywords: market scene; ruins; interaction; children; adults; rural; historical; past; communication; nature; architecture; art history; depiction; figures; festivity; community; atmosphere; culture; conviviality; recollection, 18th century, Classicism, Genre, France, Size: Paper: 36,2 cm x 42,9 cm (14,3 x 16,9 in), Plate: 33,5 cm x 40,7 cm (13,2 x 16 in), Depiction: 29,7 cm x 38,8 cm (11,7 x 15,3 in)
Successor of FRANÇOIS BOUCHER (1703 Paris 1770) Counterparts: Young shepherdess with children and a lamb by a well. Young woman with children by a pond. Oil on canvas. 60,9 × 92.5 cm. / 60.8 × 91.9 cm * The full tax is charged on this item marked * in the auction catalogue, i.e. VAT is charged on the sum of the bid price plus the surcharge for those items. The VAT will be refunded to Purchasers providing a validly stamped export declaration. ------------------------------------------------- FRANÇOIS BOUCHER, Nachfolger (1703 Paris 1770) Gegenstücke: Junge Schäferin mit Kindern und Lamm am Brunnen. Junge Frau mit Kindern am Teich. Öl auf Leinwand. 60,9 × 92,5 cm. / 60,8 × 91,9 cm Dieses mit * (Asterisk) bezeichnete Objekte ist vollumfänglich mehrwertsteuerpflichtig, d. h. bei diesen Objekten wird die MWST auf den Zuschlagspreis plus Aufgeld berechnet. Käufer, die eine rechtsgültig abgestempelte Ausfuhrdeklaration vorlegen, erhalten die MWST rückvergütet.
FRANÇOIS BOUCHER, 20th-century copy. (1703 Paris 1770) Les présents du berger ou Le nid. (The Shepherd's Presents or The Nest) Oil on canvas. 67.8 × 100 cm. The lot on offer is a copy of François Boucher's 'Les présents du berger ou Le nid' in the Louvre in Paris (oil on canvas, 98 x 146 cm, Inv. No. 2725, MR 1210). * The full tax is charged on this item marked * in the auction catalogue, i.e. VAT is charged on the sum of the bid price plus the surcharge for those items. The VAT will be refunded to Purchasers providing a validly stamped export declaration. ------------------------------------------------- FRANÇOIS BOUCHER, Kopie des 20. Jh. (1703 Paris 1770) Les présents du berger ou Le nid. Öl auf Leinwand. 67,8 × 100 cm. Hierbei handelt es sich um eine Kopie nach François Bouchers 'Les présents du berger ou Le nid' im Musée du Louvre in Paris (Öl auf Leinwand, 98 x 146 cm, Inv.-Nr. 2725, MR 1210). Dieses mit * (Asterisk) bezeichnete Objekte ist vollumfänglich mehrwertsteuerpflichtig, d. h. bei diesen Objekten wird die MWST auf den Zuschlagspreis plus Aufgeld berechnet. Käufer, die eine rechtsgültig abgestempelte Ausfuhrdeklaration vorlegen, erhalten die MWST rückvergütet.
Francois BOUCHER (1703-1770) attr. to - ‘Jeux enfantins’ Black stone drawing on beige paper. Wear from use - Weight: 2.70 kg - Shipping unavailable - Region: France - Sizes: H 550MM X L 570MM AVEC CADRE // H 300MM X L 320MM
ENTOURAGE DE FRANÇOIS BOUCHER (PARIS 1703-1770). Femme nue aux deux colombes et Cupidon; et Femme nue de dos avec.... pastel 33 x 53 cm (13 x 21 in.), une paire (2).
Boucher, François (1703-1770). La Tourterelle mise en cage. Le Sommeil. Les peits buveurs de lait. Three etchings, all ±18,5x14,5 cm. (borderline), all w. the address of Buldet. - Foxed. = Baudicour 2-4, 4th state; Jean Richard 5. Idem. (Portrait of a man with glasses and a tricorn). Etching, 11,2x7 cm. - Sm. hole in upper margin, just within the platemark. = Baudicour 21. State before the number.
Bubb > Kuyper: Auctioneers of Books, Fine Arts & Manuscripts
After François Boucher, French 1703-1770- Head of a woman in profile; crayon manner engraving, signed and inscribed in the plate, 25.2 x 20.9 cm. Note: An impression of this print is held in the collection of the Louvre in Paris [19263 LR].
Francois Boucher (1703 - 1770) Etching. 'The Dave Caged by Love', an original 18th century etching. Dimensions: the sheet is 7 1/4in x 5 3/4in, the frame 17in x 15in.
Artist(s): Copy after Francois Boucher (French, 1703-1770). Medium: Oil on canvas. Signature(s): "E. Camino", lower right. Paperwork: N/A Damage: Splatters of discoloration, predominantly along the right margin. Signs of craquelure and visible stretcher lines. Measurement(s): 27" x 39" (canvas), 35" x 47" (frame). It weighs 18 lbs. Third-party shipping or personal pickup is required. Please see our website for our shipping recommendations.
François Boucher (1703-1770), after, two etchings with motifs after Boucher: ''Naissance de Bacchus'', large etching by Pierre Alexandre Aveline (1710-1760), written margins, stained, trimmed, and ''la Pipée'', crayon manner by Gilles Demarteaux (1722-1776) after Boucher, behind passepartout, sheet dimensions up to 46 x 48 cm
BOUCHER François (1703 - 1770). D'après. Tableaux Huile sur toile "Renaud et Armide". D'après François Boucher. Epoque: début XXème. Dim.:+/-95,5x132cm.
Style of Francois Boucher (French, 1703-1770). Group of two oval oil on canvas paintings depicting women with winged cherubs. One holds a lyre and the other holds a horn. With a tag affixed to the verso with the artist's name and illegible titles.
After François Boucher (1703–1770). Early painting of Putti as Fisherman. Oil on canvas mounted on artist's panel. Stretcher appears original and is 18th century. Frame: H 20-1/2" W 25-1/4". Panel: H 17" W 21-1/4". Link to hi-res images: https://www.dropbox.com/scl/fo/vkhxgrq57ca9yu4lh03bq/AKyDlJuo9g-6t7KXz39jLVQ?rlkey=7t1igzw89uc6fqrevus4eyjfp&st=59o7zi9o&dl=0
François Boucher, Nach, "Der Liebesbrief", Ölgemälde des 19. Jhs./um 1900, Kopie nach dem Original um 1750, gerahmt François Boucher, 1703-1770, Nach, Von Schafen in Ruinenlandschaft sitzende Schäferin mit Freundin eine Taube mit Liebesbrief bestückend, Öl/Lw., 86 x 106 cm, Original in der National Gallery of Art, Washington, USA, im Goldstuckrahmen François Boucher, After, "The Love Letter", 19th century oil painting / around 1900, copy after the original from around 1750, framed François Boucher, 1703-1770, After, Shepherdess sitting among sheep in a ruined landscape with her friend, holding a dove with a love letter, oil canvas, 86 x 106 cm, original in the National Gallery of Art, Washington, USA, in gilt stucco frame
BONNET, LOUIS MARIN (1743 Paris 1793); BOUCHER, FRANçOIS (1703 Paris 1770) : "Venus et l'Amor sur un Dauphin"; Radierung in Crayonmanier von zwei Platten in Schwarz und Weiss auf blauem Papier; 31,5x20 cm (LM)
After Francois Boucher (1703 Paris - 1770 ibid.): The Interrupted Sleep, sample of the series "The Unknown Masterpiece", ed. by W. Valentiner, 20th century, Reproduction Technique: Reproduction on Paper Date: 20th century Description: A sample sheet inserted in a folded paper sheetlet together with an order card in postcard format. The sample sheet shows a classicist depiction of a young couple at the edge of a forest, A shepherd boy teases a sleeping beauty. The sample sheet is also accompanied by a brochure in a smaller format for Ernst Steinmann and Rudolf Wittkower (eds.): Michelangelo Bibliographie. With a document appendix edited by Robert Freyhan at the same publishing house. Included is the reprint of a letter from Vittoria Colonna to Michelangelo Buonarotti. (Sample of the series "The Unknown Masterpiece", ed. by W. Valentiner, collotype). Keywords: 20th century, Modern, Genre, Germany, Size: Paper: 38,7 cm x 27,7 cm (15,2 x 10,9 in), Depiction: 37,8 cm x 27,4 cm (14,9 x 10,8 in)