FRANCESCO TREVISANI (Attr.le) (Capodistria 1656 – Roma 1746) L'allegoria della geometria Olio su tela Cornice coeva in legno dorato Provenienza: Nobile famiglia siciliana. cm 98 x 73,5.
Trevisani, Francesco - Circle of: - Penitent Mary Magdalene (Capodistria 1656-1746 Rome) As a half-length figure in front of the entrance to a cave with his gaze turned heavenwards and holding a skull and crucifix in his hands. Oil on canvas, relined with wax. 90 x 71 cm. // Trevisani, Francesco - Umkreis des Die büßende Maria Magdalena (Capodistria 1656-1746 Rom) Als Halbfigur vor dem Höhleneingang mit himmelwärts gewandtem Blick sowie Schädel und Kruzifix in den Händen. Öl/Lwd., wachsdoubl. 90 x 71 cm.
Francesco Trevisani (attribuito a) (Capodistria 1656-Roma 1746) Saint Peter Oil on canvas cm. 123x97. Framed The painting is on first canvas and bears a brush inscription on the original frame: "THIS PAINTING IS A GIFT OF MONSIG. LEONARDI BISHOP OF ASCOLI TO [...] LORENZO GERALDINI". The painting bears a clear formal relationship to the figure of San Pietro che battezza il centurione Cornelio, now in the Pinacoteca Civica in Iesi, a preparatory sketch for one of the mosaic lunettes decorating the vestibule of the Cappella del Battesimo in San Pietro in the Vatican. Private collection, Umbria.
FRANCESCO TREVISANI (Capodistria 1656–1746 Rome) Saint Aloysius before the Virgin Mary with the Infant Jesus. Pen and grey ink, brush and brown ink, black pencil on laid paper with watermark: crowned coat of arms with lily, Churchill 409. Attributed and numbered verso in black pencil: Trevisani Francesco No. 77. 27.3 x 26.2 cm. Provenance: - Sale Galerie Fischer, Lucerne, 13. Nov. 1990, Lot 3520. - Private collection, Switzerland. ------------------------------------------------- FRANCESCO TREVISANI (Capodistria 1656–1746 Rom) Der Heilige Aloisius vor der Jungfrau Maria mit dem Jesusknaben. Feder in Grau, Pinsel in Braun, schwarzer Stift auf Bütten mit Wz. Gekröntes Lilienwappen, Churchill 409. Auf der Rückseite mit schwarzem Stift zugeschrieben und nummeriert: Trevisani Francesco No. 77. 27,3 x 26,2 cm. Provenienz: - Galerie Fischer, Luzern, Auktion 13. Nov. 1990, Lot 3520. - Privatbesitz Schweiz.
FRANCESCO TREVISANI (Capodistria 1656-Roma 1746). Oil painting on canvas depicting "SAINT JOSEPH EMBRACING THE LITTLE JESUS". In a golden frame. Restorations. Already relined and reframed. With authentication by Professor Ferdinando Arisi. FRANCESCO TREVISANI (Capodistria 1656-Roma 1746). Dipinto olio su tela raffigurante "SAN GIUSEPPE CHE ABBRACCIA IL PICCOLO GESU' ". In cornice dorata. Restauri. Già rintelato e rintelaiato. Con autentica del Professor Ferdinando Arisi.
Schwarze Kreide, teils weiß gehöht, auf dunkelgelbem Papier. (Um 1680). 18,3 x 22,1 cm. Im Unterrand rechts bezeichnet „Salvator Rosio“ sowie mit einer Nummer (angeschnitten). Vorzeichnung zu einer großformatigen Ausführung auf Leinwand sowie zu einem Kabinettbild kleineren Formats, welches am 29.4.2016 (Los 8) bei Karl & Faber versteigert wurde. Unterschiede sind hier vor allem in der Armhaltung des jungen Pan und in den Hintergrundfiguren zu konstatieren. – Ein geschlossener, 3,5 cm langer Riss im linken Rand unten. Papier stellenweise mit winzigen Bereibungen. In schöner Erhaltung. Taxation: differenzbesteuert (VAT: Margin Scheme)
(Capodistria 1656 - Roma 1746) (attr.) "Judith and Holofernes" oil on canvas (80x114 cm.) framed IT (attr.) "Giuditta e Oloferne" olio su tela (cm 80x114) in cornice
Oil on canvas from the Venetian area and dating back to the 18th century depicting Saint Joseph, by Francesco Trevisani (Capodistria, 9 April 1656 – Rome, 30 July 1746). Expertise of Professor Ferdinando Arisi. Measures: 46.5 x 34.5 cm
CIRCLE OF FRANCESCO TREVISANI 9 April 1656 Capodistria - 30 July 1746 Rome HOLY FAMILY Oil on canvas lay down on wooden panel. 46.5 x 39 cm (F. 61 x 53.5 cm). Partly dam., old rest., old retouching. Frame. Provenance: South German private collection. FRANCESCO TREVISANI (UMKREIS) 9. April 1656 Capodistria - 30. Juli 1746 Rom HEILIGE FAMILIE Öl auf Leinwand auf Holzplatte maroufl.. 46,5 x 39 cm (R. 61 x 53,5 cm). Part. besch., altrest., Altretuschen. Rahmen. Provenienz: Süddeutsche Privatsammlung.
Francesco Trevisani (1656 - 1746) Baccanale, ante 1705 Olio su tela 168,8 x 120,3 cm Elementi distintivi: al verso, sull’asse superiore della cornice a sinistra, «n°5» (?); segue iscrizione cassata; sulla destra, etichetta identificativa; sul rinforzo trasversale superiore sinistro, inciso in grafia recente «ANNIBALE CARACCI» Stato di conservazione. Supporto: 85% (reitelo e telaio sostituito) Stato di conservazione. Superficie: 85% (contenute cadute e ridipinture; almeno uno sfondamento, suturato a "7" nel registro superiore) Di origini istriane, dopo un alunnato a Venezia presso Antonio Zanchi e Giuseppe Heintz il Giovane, Francesco Trevisani troverà a Roma, appena ventenne, l’ambiente perfetto per la sua fortunata carriera artistica. È l’interesse nello scoprire correnti pittoriche diverse dal conteso lagunare la molla che lo porterà nella capitale della cristianità. Dal 1698 la sua presenza è documentata presso il Palazzo della Cancelleria, protetto dal prestigioso e raffinato mecenatismo di Pietro Ottoboni, cardinal nipote del veneziano Alessandro VIII, che seppe circondarsi di artisti, musicisti e attori di primissimo livello. Proprio in questo contesto assai colto ed elegante, si inserisce perfettamente il tema del dipinto, evocando erudite citazioni dal mondo antico e dalla letteratura. L’opera in questione è stata esaminata de visu da Karin Wolfe, che l'ha collocata nella produzione di Trevisani antecedente al 1705, probabile parte di una più ampia serie di scene di carattere mitologico. Nel suo insieme richiama, infatti, "Pan e ninfe danzanti" della Galleria Nazionale di Palazzo Corsini, Roma (inv. 149), mentre, più nel dettaglio, la figura femminile sulla destra con il braccio alzato è analoga alla giovane sullo sfondo nel "Banchetto di Marcantonio e Cleopatra" conservato alla Galleria Spada, Roma (inv. 123) (comunicazione del 26.09.2023). Il soggetto potrebbe essere letto anche come Promitor che distribuisce il grano ai satiri, ravvisando nella figura in atto di elargire fasci di spighe una delle divinità minori dell’antica Roma, invocata e venerata a conclusione del lavoro di raccolta agricola. Ringraziamo la dottoressa Karin Wolfe per il prezioso supporto nella catalogazione dell’opera.
Francesco Trevisani (1656 - 1746) Autoritratto con cappello istriano, 1713-1715 circa Olio su tela 73 x 58,4 cm Elementi distintivi: al verso sull’asse inferiore del telaio, capovolto, in pennarello nero «L.K 541»; sull’asse superiore della cornice, in pastello nero, «10», sottolineato; sull’asse inferiore, capovolto, in tempera bianca «L3» Provenienza: Collezione Koelliker (gennaio 2003) Bibliografia: C. Manca di Villahermosa, scheda in "I Volti del Potere. Ritratti di uomini illustri a Roma dall'Impero al Neoclassicismo", catalogo della mostra (Ariccia, Palazzo Chigi), a cura di F. Petrucci, Roma 2004, pp. 172-173, cat. 78; F. Petrucci, "Pitture di Ritratto a Roma", Foligno, 2010, p. 906, ill. 1354; S. Marra scheda in "Artisti a Roma. Ritratti di pittori, scultori e architetti dal Rinascimento al Neoclassicismo", catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo), a cura di A. Donati, F. Petrucci, Roma 2008, pp. 94-95 (ill.), cat. 27 Esposizioni: F. Petrucci, a cura di, "I Volti del Potere. Ritratti di uomini illustri a Roma dall'Impero al Neoclassicismo", Palazzo Chigi, Ariccia, 2004; A. Donati, F. Petrucci, a cura di, "Artisti a Roma. Ritratti di pittori, scultori e architetti dal Rinascimento al Neoclassicismo", Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma, 2008 Stato di conservazione. Supporto: 85% (rifoderatura su telaio preesistente) Stato di conservazione. Superficie: 85% (interventi di restauro, smagriture della superficie e cadute di colore; vernice protettiva su gran parte della superficie) Nato a Capodistria, poco più che ventenne Trevisani si trasferì a Roma dove iniziò prima a lavorare per il cardinale Flavio Chigi (1631-1693). Dal 1692, per oltre 46 anni, fu legato alla corte “arcadica” del cardinale veneziano Pietro Ottoboni (1667-1740), nipote di papa Alessandro VIII, intorno al quale, particolarmente dal 1698 presso il Palazzo della Cancelleria, si riunì un gruppo di intellettuali e artisti, convinti che il gusto barocco dovesse essere superato in favore di una più rigorosa interpretazione della classicità. Il supporto di Ottoboni – che aveva imposto all’artista una sola condizione per ospitarlo e stipendiarlo: la prima scelta su ogni sua opera, a parte le commesse dirette – valse a Trevisani una posizione chiave nel rinnovato classicismo romano, consentendogli di divenire, dopo la scomparsa di Carlo Maratti (1615-1713), il più eminente pittore vivente e uno dei più prolifici ritrattisti dell’Urbe. Trevisani abbandonò presto «il monumentalismo accademico marattesco […] verso una personale iconografia di sapore profano che fa di lui un importante esempio per il rococò francese, austriaco e italiano» (Manca di Villahermosa 2004, p. 192): una « fama conquistata nell’ambito locale, dipingendo per papi, cardinali e nobili romani, e in ambito internazionale assolvendo commesse provenienti dai sovrani e dalle élite nobiliari degli stati italiani ed esteri, dalla Francia, alla Germania, Spagna, Russia, Portogallo e all’Impero austro-asburgico. D’altra parte, il suo studio era una meta fissa del turismo artistico, affollato di visitatori, soprattutto britannici, desiderosi di acquistare i suoi quadri, e spesso di farsi ritrarre» (K. Wolfe, Francesco Trevisani: Autoritratto. Dipinti inediti del barocco italiano da collezioni private, «Quaderni del Barocco», IX, Ariccia 2010). Ricorda il collezionista e biografo Nicola Pio (1677-1733) che egli era «singolare nel fare ritratti, e particolarmente per ornarli di abiti, e di ricchi abbigliamenti, gl’esprime così al vivo, che non vi è che l’uguagli» (C. Enggass - R. Enggass, a cura di, “Le vite di pittori, scultori et architetti”, edizione originale 1724, Roma, 1977, p. 336): «Insieme agli stranieri, molti furono ovviamente anche gli effigiati d’alto rango legati alla Curia romana, tra i quali si possono ricordare, oltre al già menzionato Ottoboni, papa Benedetto XIII, i cardinali Giulio Alberoni, Niccolò Coscia, Alessandro Falconieri, Giuseppe Renato Imperiali e molti altri. Non tutti gli esemplari si sono conservati, ma di certo quella di ritrattista fu una delle virtù più fruttuose per il pittore e contribuì non poco a diffonderne la fama e a procurargli adeguati riconoscimenti economici» (G. Daniele, “Francesco Trevisani”, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, vol. 96, 2019, s.v.). Delle composizioni più famose di Trevisani, esistono numerose copie, sia autografe, sia di bottega. «A conferma della consuetudine di Trevisani di copiare personalmente, o fare copiare da assistenti le sue opere più importanti, abbiamo l’illuminante lettera di un agente del vescovo-principe Lothar Franz von Schönborn (1655-1729), che nel 1717 comunicava al suo padrone il sospetto, che il pittore ritardasse la consegna di un suo quadro per dar tempo all’assistente Girolamo Pesce (1679-1759) di ultimarne la copia». Circa «i quadri devozionali da gabinetto, come le Madonne e le Maddalene, a giudicare dagli innumerevoli esemplari finora noti sparsi per il mondo, è da credere che Trevisani organizzasse una vera e propria produzione in serie, indipendente dalla committenza: cosa estremamente rivelatrice del suo modus operandi. Se lo stesso Trevisani in una lettera individuava la genesi delle sue opere nella composizione “ideata e disegnata”, dagli inventari e dalle notizie biografiche, possiamo desumere che, una volta passato dalle “macchiette”, ai bozzetti, alla definizione del prototipo, egli procedesse personalmente, o con aiuti, alla realizzazione delle copie di studio. Copie che in ogni caso ricevevano sempre la sua ultima mano, a scala ridotta per quanto riguarda le grandi pale d’altare o i grandi cicli, alla stessa scala per quanto riguarda i quadri da gabinetto. Da queste copie “originali”, gli assistenti traevano repliche da vendere, che il maestro, come racconta Pascoli riferendosi alla copia di una sua Maddalena, “reimpastava” applicandovi l’ultima mano e apportandovi più o meno leggere variazioni che talvolta potevano dare vita ad altri prototipi» (Wolfe 2010, p. 8). Un capitolo speciale, nell’opera di Trevisani, è costituito dagli autoritratti: egli «si ritrasse più volte, in anni giovanili e della piena maturità, eleggendo sempre un’immagine di sé stesso intento al lavoro. Le evidenti disparità iconografiche, per età, abbigliamento, ambientazione e stile, si inseriscono all’interno di un impianto comune tra gli autoritratti, mostrando una predilezione immutata per alcuni dettagli: l’artista si presenta sempre con il corpo orientato a destra, la testa ruotata e lo sguardo fisso al riguardante, la mano destra sollevata in atto di mimare l’azione» (Marra 2008, p. 94). Il dipinto in esame, reso noto da Caterina Manca di Villahermosa nel 2004 (pp. 172-173) e già in collezione Koelliker, afferisce ad una tipologia che vede l’artista indossare un cappello istriano foderato di pelliccia, che, secondo Karin Wolfe ha il suo prototipo nel piccolo "Autoritratto in atto di dipingere la propria moglie" oggi conservato a Tolosa presso il Musée des Augustins-Musée des Beaux Arts (inv. RO 425) (comunicazione del 10.09.2023). Si possono distinguere numerose redazioni ad olio su tela. Le più celebri si conservano a Firenze nella Galleria degli Uffizi (inv. A598: inviata in dono al principe Ferdinando de’ Medici dal cantante Cecchino de Castris il 23 aprile 1710) e presso la Collezione Schönborn nel castello tedesco di Weißenstein a Pommersfelden (inv. 583: opera consegnata dallo stesso Trevisani a uno dei suoi maggiori estimatori, Lothar Franz von Schönborn, nel 1717). Ben noti agli studi sono la redazione Koelliker, un dipinto in collezione privata romana ed altri apparsi sul mercato antiquario, tra cui una tela, datata 1746 (già in asta da Christie’s l’8 luglio 1927 e poi il 24 maggio 1957, acquistata dalla Brod Gallery di Londra), ed una seconda tela apparsa nel 2014, proveniente forse da Palazzo Caffarelli, Roma. Ad essi si aggiunge un autoritratto in collezione privata inglese, reso noto da Wolfe nel 2010, che lo considera il migliore esemplare della serie e il modello da cui deriva lo “Autoritratto” disegnato di Trevisani per le “Vite” di Nicola Pio del 1724 (oggi conservato nel Museo Nazionale di Stoccolma, inv. NMH 3038/1863), come si comprende dalla poltrona presente in entrambi (Wolfe 2010, p. 10). Molti peraltro sono gli autoritratti citati anche nell’inventario della casa comprata dall’artista nel 1733, nel Secondo Vicolo Riario, attuale via dei Riari, in Roma (Wolfe 2010, p. 13). Proprio l’esame del citato inventario ha confermato, per gli autoritratti, una funzione più ampia e diversificata rispetto a quella, comunque certa, di donativo per i migliori committenti. L’autografia della tela in esame è stata confermata, nel corso della presente catalogazione, sia Francesco Petrucci sia da Karin Wolfe (comunicazioni entrambe del 10 settembre 2023). Come Wolfe sottolinea, «The interesting fact about Trevisani's self portraits is that he shows himself ageing – while always in the same pose and same costume». Questa preziosa osservazione per un verso consente di considerare la serie dei ritratti di Trevisani come un diario sulla propria condizione umana, quindi non repliche di un soggetto fortunato, ma capitoli di una esistenza, in maniera simile alla ricerca dell’artista contemporaneo Antonio López García (1936) sul ritratto come opera in continua evoluzione (per esempio, la coppia di sculture “Hombre y mujer”, tra il 1968 e il 1990 di anno in anno aggiornata dall’artista). Per l’altro offre un criterio interno di datazione delle tele note, in confronto all’esemplare di Firenze, datato al 1710, quando il pittore aveva 54 anni. L’opera degli Uffizi è sicuramente preceduta dallo “Autoritratto” di Tolosa (in cui il pittore dimostra almeno dieci anni in meno); è certamente seguito dal neo-scoperto ritratto in collezione inglese, in cui il pittore dimostra almeno 10 anni di più (infatti, connesso con il disegno di Stoccolma, vicino al 1724) e, infine, dallo “Autoritratto” già presso la galleria di Alfred Brod, firmato e datato 1746, l’anno della morte dell’artista (Marra 2008, p. 94). Molto vicino all’opera degli Uffizi è il dipinto passato in asta a Christie’s il 29 aprile 2014 (asta 5253, lotto 161, forse ex collezione Caffarelli, datato da Wolfe, in scheda d’asta, intorno al 1700), mentre più avanti di almeno un lustro (più precisamente, 7 anni, se ci si affida alla data di consegna dell’opera, avvenuta nel 1717, cfr. Wolfe 2010, p. 17) appare il dipinto in collezione Schönborn. Il dipinto Koelliker, in cui il pittore appare più maturo rispetto alla tela degli Uffizi (e alla tela in ipotesi ex Caffarelli), più maturo anche della tela di Graz, ma più giovane rispetto alla tela Schönborn, andrà dunque datato intorno al 1713-1715. Ciò è confermato anche dalla struttura iconografica: come già suggerito da Susanna Marra (2008, p. 94) e messo in connessione da Manca di Villahermosa (2004, p. 172) con «un’impostazione tipica dei ritratti nordici, in particolare in ambito olandese», il ritratto Koelliker appartiene – con quelli Uffizi, forse ex Caffarelli e Schönborn – ad un gruppo in cui il pittore regge in mano una tavolozza: è peraltro autonomo dagli altri per la atmosfera notturna e di maggiore concentrazione (se essa non si deve – come le ridotta leggibilità del fiocco che pende dal cappello – alle smagriture segnalate da Carlotta Beccaria nella relazione per l’accurato restauro effettuato nel 2002). Nel precedente dipinto di Tolosa il pittore ha di fronte il dipinto a cavalletto e nel successivo gruppo, formato dal dipinto inglese e dal disegno di Stoccolma, regge in mano il dipinto. La datazione al 1713-1715 consente anche di escludere l’ipotesi di Manca di Villahermosa (2004, p. 172), circa il fatto che «per il disegno del 1724 e per il dipinto nel 1746, il pittore dovesse avere sott’occhio una quarta versione dell’autoritratto [che n]on ci dispiacerebbe individuare […] nella tela in esame». Vale invece la pena di osservare che, mentre è molto probabile che Trevisani abbia predisposto un proprio autoritratto anche per il Cardinal Ottoboni, ad oggi nessuna tela è stata associata al celebre collezionista, il maggiore a Roma nel suo tempo, ed una buona candidata sarebbe proprio la tela Koelliker. Infatti, in coerenza temporale perfetta con la datazione sopra argomentata (1713-1715), Trevisani, in corso per conquistare il primato a Roma a seguito alla morte di Maratti (1713), dipinge per Ottoboni due delle sue opere più celebri, la “Strage degli innocenti” e il “Riposo durante la fuga in Egitto”, entrambi alla Gemäldegalerie di Dresda (invv. 445 e 447), e risalenti al 1714 circa. Ringraziamo i dottori Karin Wolfe e Francesco Petrucci per il prezioso supporto nella catalogazione dell’opera.
FRANCESCO TREVISANI, att. a (Capodistria 1656 - Roma 1746) SAN FRANCESCO DI PAOLA Olio su tela, cm. 70,5 x 54 PROVENIENZA Famiglia romana CONDITION REPORT Rintelo tardo ottocentesco. Alcune cadute di pittura sui capelli, un piccolo restauro al bordo basso. Il dipinto è in buono stato di conservazione CORNICE Cornice a guantiera in legno dorato, del XIX secolo
Trevisani, Francesco - Oval portrait with the Holy Family and the Infant John (Capodistria 1656-1746 Rome) The infant Jesus sleeping at the breast of the Mother of God, at his feet John the Baptist with shouldered cross staff and inscription band ''Ecce Agnus Dei''. Oil on canvas. 87,5 x 72 cm. - Restored. - The motif was executed in several versions by Trevisiani himself and his workshop. According to the present expert opinion by Giancarlo Sestieri from 2021, the painting is by the hand of the Roman painter. // Trevisani, Francesco Ovales Bildnis mit der Heiligen Familie und dem Johannesknaben (Capodistria 1656-1746 Rom) Das Jesuskind schlafend an der Brust der Muttergottes, zu seinen Füßen Johannes der Täufer mit geschultertem Kreuzstab und Schriftband ''Ecce Agnus Dei''. Öl/Lwd. 87,5 x 72 cm. - Restauriert. - Das Motiv wurde in mehreren Versionen von Trevisiani selbst und seiner Werkstatt ausgeführt. Laut dem vorliegenden Gutachten von Giancarlo Sestieri aus dem Jahr 2021 stammt das Gemälde von der Hand des römischen Malers.
Oil on copper cm. 31x42,5. Framed This painting on copper of fine quality must be referred without hesitation to the autograph corpus of Francesco Trevisani. An almost identical exemplary also for measurements, but executed on canvas, is reproduced and recorded in the photo library of the Fondazione Federico Zeri (card n°. 61149, inv. n° 120335).
Depicting Christ in the crown of thorns. One foot rests on the cross, moments before crucifixion. Signed to the lower left. Frame measures H 15" x L 11.5". Bearing an M.A. Hutchinson - Practical Carver & Gilder, 4 Queen Square Building, Leeds, England paper framing label and Schmidts (Ypsilanti, Michigan) paper label affixed to verso.
(Capodistria 1656 - Roma 1746) (attr.) "Holy Family with St. John" oil on canvas (97x72 cm.) in an antique painted and gilded wooden frame (defects) IT (attr.) "Sacra Famiglia con San Giovannino" olio su tela (cm 97x72) in cornice antica in legno dipinto e dorato (difetti)
DIE HEILIGE FAMILIE Öl auf Leinwand. Doubliert. 110 x 87 cm. In verziertem Rahmen. Madonna mit dem Kind wird umringt von mehreren Figuren. Im Hintergrund steht ihnen Josef zur Seite, im Vordergrund ist der junge Johannes auszumachen. Maria und das Christuskind sind sowohl formal in sich geschlossen als auch, durch ihr helles Inkarnat von den anderen Figuren abgehoben. Provenienz: Wiener Privatsammlung. (1370441) (19)
Italien (Francesco Trevisani, 1656 Capodistria - 1746 Rom, Umkreis?) 18th century Nursing Madonna Oil auf canvas. 63.5 x 48 cm. Relined. Restored. Framed (72 x 56 cm). provenance: from the estate of a Tyrolean collector.
(1656 Capodistria - 1746 Rom) Umkreis/Nachfolger des 18. Jhs. Hl. Familie mit Johannes dem Täufer als Knabe Darstellung Mariens mit dem schlafenden Kind in den Armen, dessen linker Fuß von Johannes geküsst wird. Johannes wird in Halbfigur im Profil wiedergegeben, geschultert hält er einen Kreuzstab mit dem Schriftband "AGNUS DEI" als Symbol der zukünftigen Passion. Das Gemälde gehört zu den zahlreichen Kopien des 18. Jhs., in mehreren Versionen von Trevisani selbst und seiner Werkstatt ausgeführten, nach der um 1710-1730 offenbar höchst beliebten Komposition (u.a. im Landesmuseum für Kunst und Kulturgeschichte in Oldenburg, im Art Institute of Chicago und im Nationalmuseum in Valletta/Malta). Trevisani war ein Schüler von Antonio Zanchi in Venedig, 1678 ging er nach Rom, wo ihn Carlo Maratta, Guido Reni, Paolo Veronese und Pietro da Cortona beeinflussten und er zu einem der angesehensten Künstler wurde. In Rom arbeitete Trevisani insbesondere für den bedeutenden Mäzen Kardinal Pietro Ottoboni, dem Neffen Papst Alexander III. und wohnte im Palazzo della Cancelleria, der Residenz des Kardinals. Öl/Lwd, doubl.; 105 cm x 78 cm. Rahmen. Provenienz: Norddeutsche Privatsammlung. Circle or follower of Francesco Trevisani (1656 - 1746). Oil on canvas, relined.
FRANCESCO TREVISANI (Capodistria 1656-Roma 1746). Oil painting on canvas depicting "SAINT JOSEPH EMBRACING THE LITTLE JESUS". In a gilt frame. Restorations. Already relined. With authentication by Professor Ferdinando Arisi. FRANCESCO TREVISANI (Capodistria 1656-Roma 1746). Dipinto olio su tela raffigurante "SAN GIUSEPPE CHE ABBRACCIA IL PICCOLO GESU' ". In cornice dorata. Restauri. Già rintelato e rintelaiato. Con autentica del Professor Ferdinando Arisi.
Attr. Francesco Trevisani (Capodistria, April 9th, 1656 - Rome, July 30th, 1746) - Finding of Moses Oil on canvas 55 x 65 cm PROVENANCE: Private collection, Milan
FRANCESCO TREVISANI (Capodistria 1656 - Roma 1746) MADONNA CON IL BAMBINO E SAN GIOVANNINO Olio su tela, cm. 65,5 x 50 PROVENIENZA Collezione privata romana CONDIZIONI DEL DIPINTO Rintelo recente. Linea di restauro sui capelli della Vergine alcuni punti di restauro in alto e sulla veste CORNICE Cornice a guantiera in legno dorato con bordi a baccelli e palmette dell'inizio del XIX secolo
Trevisani, Francesco (Attributed to) — Allegory of Caritas (Capodistria 1656-1746 Rome). Oil on canvas. 90 x 71 cm. // Trevisani, Francesco (Attrib.) — Allegorie der Caritas — (Capodistria 1656-1746 Rom) Mutter mit drei Kindern vor angedeuteter Architektur. Öl/Lwd. 90 x 71 cm.
Deutscher Blumen- und Früchtemaler. Arbeitete lange in Rom, zusammen gelegentlich mit Francesco Trevisani (1656-1746). 1683 wurde er Mitglied der Malergilde der Prager KleinseiteSTILLLEBEN MIT FRÜCHTEN Öl auf Leinwand. Doubliert. 65 x 48 cm. In dekorativem vergoldetem Rahmen. Beigegben eine Expertise von Prof. Giancarlo Siestieri, Rom, 06. April 2004, in Kopie. Vor einer Mauerecke, die links den Blick in eine weite bergige Landschaft unter abendlichem Himmel freigibt, eine große Silberplatte, auf der sich Melonenscheiben, dunkle Weintraubenrispen, eine Feige und eine kleine Glasvase mit Blumen befinden. Der farbenfrohe Strauß u.a. bestehend aus Rosen, blauer Ranunkel sowie weiß-gelben und hellblauen Kleinblütlern. Die Platte auf einem weißen Tischtuch stehend, das mit weißer Spitze am Ende verziert ist und wiederum auf einem großen schweren dunkelroten Brokatteppich mit Fransen liegt. Feine qualitätvolle Malerei in äußerst gekonnter naturalistischer Wiedergabe der Sujets. (13513017) (18) Maximilian Pfeiler, active 1683 – ca. 1721 STILL LIFE WITH FRUIT Oil on canvas. Relined. 65 x 48 cm. Accompanied by an expert’s report by Professor Giancarlo Sestieri, Rome, 6 April 2004, in copy.
Oil on canvas. On the back is an old label in French describing the work and indicating a possible provenance in the Milan Gallery (Pinacoteca Brera?) donated by Napoleon to the Duke of Feltre Provenance: Madrid, private collection. This beautiful painting, which represents the Holy Family with Saint John, shows all the formal and technical characteristics of the production of the painter Francesco Trevisani. Although his initial training took place in Venice, where he learned the trade with the painters Antonio Zanchi and Giuseppe Heintz, he went to Rome and ended up succumbing to the aesthetic ideas of the classicist baroque of Carlo Maratta, the main painter of turn-of-the-century Rome, and formed part of the literary and poetic movement of Arcadia. At the end of the 17th century, his color palette cleared up and the shapes and gestures of his models softened, approaching the Marattesque aesthetic. From this moment on, idyllic themes, pastoral themes, and religious compositions with a syrupy tone are frequent in his paintings. In his production, one of the most repeated models is that of the Sagrada Família, a good example being the work presented here, which he addressed on several occasions, introducing few variants. Some examples are preserved in Spain, such as the Virgin and Child in the Museo Nacional de Prado which, from the Royal Collection, shares similar models and an identical color palette. On the other hand, we do not know the remote origin of this painting, which comes from a private collection in Madrid that, With the exception of some slight variations in folds and shadows, it is practically identical to another Trevisani specimen (víd. Zeri Photo Library, no. 61628). This model from Madrid must have been known and attracted attention at the time, which would justify the existence of some copies of lower quality, such as the one that recently appeared on the market (AlcalA, auction on October 20, 2022, lot 672). Measurements: 97.5 x 74 cm.
The Property of a Gentleman Francesco Trevisani Capodistria (Cape of Istra, Slovenia) 1656 - 1746 Rome The Virgin sewing with the Christ Child oil on copper, with the painted emblem of Cardinal Pietro Ottoboni centre left; in a Roman carved and gilt wood frame unframed: 38 x 31 cm.; 15 x 12¼ in. framed: 51 x 44.5 cm.; 20⅛ x 17½ in. Bid on Sotheby's
Trevisani, Francesco (1656 - 1746), nach Maria mit dem Kinde und Johannes. Öl auf Leinwand, wohl 2. H. 18. Jh.. Goldrahmen, 55,5 x 37,5 cm, 62,5 x 46 cm (Ra) Runzelkornbildung. Sehr qualitätvolle Kopie, die die innige Beziehung und Mutterliebe in den Vordergrund stellt. Während Christus seelenruhig schlummert und von innen heraus zu leuchten scheint, lüpft Maria nur vorsichtig das Tuch, damit Johannes einen Blick werfen kann. Trevisani, Francesco (1656 - 1746), after Mary with the Child and John. Oil on canvas, probably 2nd half of the 18th century. Gold frame, 55.5 x 37.5 cm, 62.5 x 46 cm (Ra) Areas blistered with early shrinkage cracks. Very high quality copy, which puts the intimate relationship and motherly love in the foreground. While Christ slumbers peacefully and seems to glow from within, Mary only carefully lifts the cloth so that John can take a look.
Francesco Trevisani (Capo d'Istria 1656-1746 Rome) Saint Francis oil on canvas 63.8 x 49cm (25 1/8 x 19 5/16in). For further information on this lot please visit the Bonhams website
Studio of Francesco Trevisani (Capo d'Istria 1656-1746 Rome) Saint Mary of Egypt oil on canvas 66.2 x 50.2cm (26 1/16 x 19 3/4in). For further information on this lot please visit the Bonhams website
MARIA MIT DEM KIND BEI DER LEKTÜRE DES GEBETBUCHS Öl auf Leinwand. 76 x 62 cm. Im Buch monogrammiert. Das Kind auf einem Tisch sitzend, das Köpfchen müde an die Schulter der Mutter gelehnt, in den Händen ein Apfel sowie ein kleines Kreuz, das einen Schatten auf die Brust der Mutter wirft. Beleuchtet von links durch eine Kerze, deren Flamme vom Velum abgedeckt wird. Betonter, gekonnter Sfumatoeffekt bei milder Kerzenlichtbeleuchtung. In Venedig unter dem Einfluss von seinem Lehrer Antonio Zanchi (1631-1722) und Giuseppe Heinz d. J. ausgebildet, ging Trevisani 1678 nach Rom und wurde beeinflusst durch Annibale Carracci (1560-1609), Domenichino (1581-1641) und Carlo Maratti (1625-1713). Gefördert durch Kardinal Ottoboni und Papst Clemens XI wirkte er an Fresken und schuf Gemälde für die Lateranbasilika, San Silvestro in Capite, bemalte aber auch die Kuppel der Kathedrale von Urbino. Werke seiner Hand finden sich in zahlreichen öffentlichen Sammlungen und Museen. (1281456) Francesco Trevisani, 1656 Capodistria – 1746 Rome THE VIRGIN AND CHILD READING A PRAYER BOOKOil on canvas. 76 x 62 cm. Monogrammed in book. The Christ Child is sitting on a table with its head sleepily leaning against its mother’s shoulder. It is holding an apple and a small cross in its hands – the cross’ shadow is falling on its mother´s chest. A candle hidden behind a veil lights the scene from the left. The work is painted in emphasized masterful sfumato in soft candlelight.
FRANCESCO TREVISANI, bottega di (Capodistria 1656 - Roma 1746) ECCE HOMO Olio su tela, cm.74 x 56,5 PROVENIENZA Collezione privata romana CONDIZIONI DEL DIPINTO Rintelo recente. Alcuni punti di restauro ossidati sulla spalla sinistra e sul manto a destra. Il dipinto è in buono stato di conservazione
FRANCESCO TREVISANI, bottega di (Capodistria 1656 - Roma 1746) SAN FRANCESCO IN PREGHIERA Olio su rame, cm. 32 x 25 PROVENIENZA Famiglia romana CONDIZIONI DEL DIPINTO Punti di restauro sparsi sulla superficie pittorica CORNICE Cornice a guantiera in legno dorato, con bordi a baccelli e palmette, del XIX secolo
Francesco Trevisani (Rome, 1656 - 1746) A Study of Saint Francis in ecstasy and studies of the head and hands of a woman black and white chalk on grey paper, watermark encircled 'H' with a cross. Provenance: Christie's London April 12, 1983, lot 261. Sight Size: 10 x 15 in. Overall Framed Size: 21.5 x 26 in. Framed behind glass.
Trevisani, Francesco (Attributed to) — Allegory of Caritas (Capodistria 1656-1746 Rome). Oil on canvas. 90 x 71 cm. // Trevisani, Francesco (Attrib.) — Allegorie der Caritas — (Capodistria 1656-1746 Rom) Mutter mit drei Kindern vor angedeuteter Architektur. Öl/Lwd. 90 x 71 cm.
Trevisani, Francesco (Attrib.) — St. Joseph with the baby Jesus (Capodistria 1656-1746 Rome) Oil on canvas. 46 x 34 cm. // Trevisani, Francesco (Attrib.) — Der heilige Josef mit dem Jesusknaben — (Capodistria 1656-1746 Rom) Öl/Lwd. 46 x 34 cm.
Francesco TREVISANI Capodistria, 1656 - Rome, 1746 La mort de Cléopâtre Huile sur cuivre The Death of Cleopatra, oil on copper, by Fr. Trevisani h: 36,50 w: 28 cm Commentaire : Exemple raffiné de l'art de peindre sur cuivre de Francesco Trevisani, cette théâtrale Cléopâtre nous invite au spectacle baroque de son suicide. Formé à Venise par Antonio Zanchi, notre peintre gagne Rome en 1676 grâce à la protection des cardinaux Chigi et Ottoboni et y fréquente l'atelier de Carlo Maratta. Son art évolue alors et, oubliant les leçons vénitiennes, Trevisani devient un des principaux protagonistes du 'Settecento' romain. Ugo Ruggieri date notre cuivre de la première décennie du XVIIIe siècle et le compare par son raffinement à la 'Sainte Marie égyptienne' peinte en 1708 et à la 'Suzanne et les vieillards' de 1709, toutes deux dans la collection Schonborn au château de Pommersfelden. Nous remercions le professeur Ugo Ruggieri pour son aide à la rédaction de cette notice. Estimation 10 000 - 12 000 €
The painting dates back to the 1790s, during the first years of Francesco Trevisani's stay in Rome. The work still shows a strong link with the Venetian context in which the painter had his first and fundamental artistic experiences, as can be seen, for example, in the strong chiaroscuro that will tend to fade in his more mature production. The subject, taken from apocryphal sources, shows St. Anna, Mary's mother, in the act of educating her daughter, initiating her to read and study as well as to the domestic arts. To the left of Maria a Gioacchino with an absorbed gaze watches the scene.The attribution is due to Professor Alessandro Agresti.
A pupil of Antonio Zanchi in Venice and Carlo Maratta in Rome, the painter was employed by Cardinal Chigi and Pope Clement XI, for whom he painted the dome of Urbino Cathedral. His religious compositions are always animated - as here - by a great delicacy and sense of intimate contemplation of the sacred event.